lunedì 27 ottobre 2008

La stupenda collezione di un guastallese















La devozione vista attraverso i santini
Una collezione unica, di ben 5mila santini, che ha fatto tanto parlare di sè prima e dopo la mostra allestita _ per due settimane _ alla galleria «Campanon» di Guastalla. Un incontro emozionante con immagini sacre rare, dalla sorprendente delicatezza artistica. Un interesse che ha piacevolmente sorpreso il collezionista guastallese resosi disponibile per allestire quest'affascinante «viaggio» nella devozione popolare attraverso i secoli, chiedendo solo l'anonimato per evidenti motivi di sicurezza. Collezionare santini: perché? «E' una passione, a cui mi sono potuto dedicare da nove anni, da quando cioè sono in pensione e ho avuto più tempo per frequentare mercatini e mostre d'antiquariato. Comunque non è stata una scelta casuale: l'amore per l'arte, sacra in particolare, è nel Dna della nostra famiglia. Ma ci tengo a precisare che non mi presto al commercio: voglio che rimanga un piacevole hobby». Fra le tante immaginette raccolte, quali l'emozionano di più? «Sicuramente i canivets: pezzi antichi spesso di qualità eccelsa, prodotti dal lavoro manuale di suore dalle sorprendenti doti artistiche, coadiuvate dalle educande. E per quest'ultime creare santini poteva essere anche l'occasione di un riscatto sociale, in tempi non facili. Apprezzo tantissimo la manualità: incisioni, acquarellature. Da questo punto di vista il Seicento ha lasciato testimonianze molto interessanti nei santini». Nel registro della mostra alla torre civica abbiamo letto frasi entusiastiche, tanti complimenti... «Già, mi ha fatto molto piacere. Alla mostra non è venuta solo gente dall'occhio esperto, perché la scelta delle tematiche in una cinquantina di »quadri di santini« ha allargato il campo, suscitando curiosità e rispolverando la memoria collettiva su fatti, persone e situazioni, tutte ovviamente in ambito religioso». Santini di ieri, santini di oggi: che differenze ha trovato? «Mi attrae molto la tecnica, quindi come si fa a non aprrezzare la manualità nei santini del passato: tante le raffigurazioni di San Francesco, il più amato. Le immaginette moderne sono senza dubbio belle, ma la stampa le rende un po' freddine».

Tiziano Soresina

da: Gazzetta di Reggio - 26 ottobre 2008

Nessun commento: