I ricordi di un sagrestano accelerano le ricerche
di uno studioso dell'associazione "L'Argine Maestro".
Il "giallo" della statua del '400 venerata dalle puerpere.
I misteri della Madonna
con Bambino
GUASTALLA. Una massiccia Madonna in trono con in braccio il Bambino dallo sguardo che colpisce. E’ un’opera in terracotta poco conosciuta di Guido Mazzoni, mirabile scultore rinascimentale.La mostra sull’artista - in corso a Modena - sta ora rendendo giustizia a questo capolavoro ancor oggi avvolto da tanti misteri,
a partire dal perché abbia trovato un bel giorno collocazione
a Guastalla, all’interno della Basilica di Pieve.
Ma qualcosa s’inizia ad intuire...
Uno squarcio, infatti, è arrivato relativamente alla mano destra
della Madonna, mutilata di due dita - il pollice e il medio -
per motivi certamente non chiari.
Due i personaggi-chiave di un ritrovamento che sbalordisce.
Donato Natuzzi - attivo componente dell’associazione culturale guastallese «L’Argine Maestro» - e lo storico locale Gianni Dallasta.
Il primo ha condotto una ricerca che ha permesso d’inviduare una «traccia» tramite il racconto fatto allo storico dal padre Gino Dallasta che fu sagrestano della basilica dal 1935 al 1990.
Una testimonianza orale rivelatasi esatta, perché quando la Madonna mazzoniana - in vista della mostra modenese - è stata spostata dall’abside a destra del presbiterio, i due ricercatori hanno colto l’attimo andando a scandagliare in un taglio del pavimento, scavando tra calcinacci e detriti: ad oltre un metro di profondità hanno trovato il dito pollice in terracotta.
Il racconto del sagrestano era vero. E a questo punto c’è da credere che anche il resto dei suoi ricordi siano precisi: il dito medio della scultura venne affidato alla fine degli anni Quaranta a monsignor Vittorio Artoni - allora parroco della basilica - che lo ripose in un cassetto in sagrestia, ma di quel «pezzo» si sono perse le tracce...
Ma quando la statua venne mutilata? Forse nel Settecento, quando
fu ridipinta e nel trasporto la mano destra subì dei danni solo ora ricomposti con un adeguato restauro (il pollice con il pezzo originale, il medio, purtroppo, solo con una protesi in legno).
Comunque non bisogna meravigliarsi se il momento della mutilazione rimane un enigma, perché l’opera quattrocentesca venne ignorata per secoli, finché nel 1937 Zelindo Bonacini - pittore e mercante d’arte modenese - l’attribuì al Mazzoni.
Una scoperta casuale, coincidente con i restauri della basilica (1926-1931) che avevano attirato l’attenzione su quella pregevole Madonna con Bambino. Ma come giunse quella scultura a Guastalla?
Chi fu il committente? Buio fitto, solo ipotesi.
Gli esperti non sono concordi nella datazione. Ma c’è un indizio storico interessante: Mazzoni lavorò a Busseto per conto dei Pallavicino e la figlia del marchese bussetano (Veronica) sposò a fine ’400 Achille Torello, conte di Guastalla. La scultura potrebbe davvero avere a che fare con questo matrimonio nobiliare.
E poi c’è la tradizione delle puerpere, che accendevano un cero davanti alla Madonna del Mazzoni chiedendo protezione,
ma questa è un’altra storia...
Tiziano Soresina
da: GAZZETTA DI REGGIO - 6 aprile 2009
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