mercoledì 10 agosto 2011

La bandiera dei pirati sventola in riva al Po















Se ne scrive da tanto tempo sui quotidiani locali, oggi se ne occupa anche il Corriere della Sera e la notizia si amplifica. A quando i provvedimenti necessari a ristabilire la normalità?



Siluri e pirati, il Po è senza legge. 

Pescatori di frodo dall'Ungheria per catturare i giganti del fiume. Con il buio il tratto lombardo è Far West. In aumento anche furti di motori nautici e i campeggi abusivi.

La bandiera dei pirati sventola in riva al Po: 
da Cremona fino al confine tra Lombardia e Veneto e ancora più a valle, questa è terra senza legge e bottino di guerra per troppe persone. L'ultima guerra che le comunità rivierasche 
hanno dovuto ingaggiare con scarsi mezzi e scarsi risultati è quella contro un fenomeno sorprendente: i predatori del pesce siluro. Rifiutato dalle tavole italiane, dove anzi è stato a lungo considerato una specie infestante, il siluro 
è considerato una prelibatezza nell'Est Europa. 
Il risultato è che bande, prevalentemente ungheresi, calano in riva al Po, riempiono camion frigo di pesce catturato con metodi illegali e se ne tornano da dove sono venuti. Tutto approfittando dell'oscurità.

DALL'UNGHERIA - «Qualche sera fa stavo rientrando con la mia barca a riva, per poco non sperono un natante che procedeva a fari spenti; quelli dell'altra barca mi hanno pure inveito contro, in una lingua incomprensibile e uno mi ha fatto il segno di tagliarmi la gola...»: Vitaliano Daolio è uno che sul Po ci vive e ci lavora, accompagnando appassionati e turisti in battute di pesca (autorizzate). E' tra i tanti che hanno 
già denunciato la presenza di queste bande 
di predatori. «In Ungheria la pesca è molto regolamentata, qui trovano campo libero anche per l'assoluta mancanza di controlli - racconta Daolio - agiscono di notte usando anche reti 
ed elettrostorditori, strumenti assolutamente proibiti da noi: in poche uscite raccolgono anche 20-30 quintali di pesce che in Ungheria vendono 
a 5 euro al chilo».

SU CAMION FRIGO - I segni dei bivacchi sono visibili in molti punti delle vegetazione tra Cremona e Viadana, ma anche sulla sponda emiliana a Luzzara e a Boretto. «Troviamo 
le carcasse dei siluri in riva al fiume - denuncia Maurizio Castelli, assessore alla caccia e alla pesca della Provincia di Mantova -, segno che 
il pesce viene ripulito e sfilettato sul posto per poi essere caricato sui camion frigo già in attesa». 
Del business del siluro non approfittano solo gli ungheresi: numerosi siti tedeschi pubblicizzano 
i «wallercamp», pacchetti turistici tutto compreso: 1.600 euro la settimana con campeggio selvaggio sulla sponda lombarda (in Emilia è vietato), dove l'attrazione è proprio la pesca al siluro; una vacanza molto spartana, che in Italia nessuno apprezzerebbe. Non così in Germania, almeno a giudicare dalle foto pubblicate su questi siti e che ritraggono i partecipanti alle battute con le loro prede. «Mi piacerebbe che venissero controllate le imbarcazioni usate da questi signori, 
per vedere se è tutto in regola...» butta lì sibillino Vitaliano Daolio.
 

FURTI DI MOTORI NAUTICI - La frase introduce in qualche modo l'altra attività piratesca di cui il Po è diventato teatro negli ultimi mesi: i furti di motori nautici. A Boretto, qualche settimana fa, le telecamere sulla sponda hanno ripreso l'arrivo di un'imbarcazione dalla quale scendono uomini incappucciati; questi cominciano a prendere a martellate le barche ormeggiate e se ne vanno con i motori, senza tanti complimenti. Ma i furti 
si sono susseguiti nel porto di Cremona (sette natanti spogliati), a Revere (addirittura undici), 
a Motta Baluffi. Il problema, come detto, sono 
i controlli: le polizie provinciali lungo la sponda pattugliano di giorno (non di notte, quando i predatori entrano in azione), ma sono composte da agenti disarmati. Anche i carabinieri disponevano fino a tre anni fa di una pilotina, 
ma il servizio è stato inspiegabilmente revocato. Insomma, col calare della notte il tratto lombardo del grande fiume diventa Far West. E i pescatori di frodo, i ladri di motori si aggiungono ai cavatori abusivi di sabbia, fenomeno meno recente ma sempre duro a morire. «L'ideale sarebbe un sistema di videosorveglianza - propone l'assessore Castelli - che terrebbe sotto controllo l'intero fiume». Possibile? In ogni caso occorre fare presto perché persino il siluro comincia a scarseggiare. «Sono stato fuori sette ore - raccontava martdì Daolio - e ho percorso 30 chilometri di fiume senza catturare nulla». Lui non ha catturato nulla, altri hanno riempito i camion.

Claudio Del Frate



Attinta in rete, la foto di apertura appartiene 
al corredo iconografico della ricetta:  
pubblicata su geniuscook.com


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