sabato 7 dicembre 2019

Un weekend della Madonna

Inaugurata da poche ore a Reggio Emilia la mostra Da Guercino a Boulanger. La Madonna di Reggio, diffusione di un’immagine miracolosa.


A cura di Angelo Mazza, tredici opere emblematiche, di cui dieci in mostra e tre inamovibili approfondite in catalogo, illustrano la rapida diffusione dell’iconografia della Madonna della Ghiara in Italia a cavallo tra XVI e XVII secolo, rispondendo ad esigenze devozionali di differenti ambiti sociali, culturali e geografici.

Meno di tre mesi intercorrono tra il miracolo di Marchino, garzone sordomuto del beccaio Ciano (29 aprile 1596), il processo istruito a Reggio e a Parma da teologi, canonisti e medici e l’approvazione finale a Roma da parte della Congregazione dei Riti e dello stesso Clemente VIII (22 luglio 1596). La medesima celerità caratterizza la diffusione del culto della Madonna della Ghiara che subito conquista Ferrara e Modena, qui rappresentate dalle pale d’altare di Carlo Bononi, dello Scarsellino e di Ludovico Lana, e si espande oltre i confini estensi per il moltiplicarsi dei prodigi.

I dipinti dell’esposizione documentano emblematicamente l’affermazione di quella devozione nei territori della Serenissima (la pala di Zeno Donise nel Bergamasco), nel ducato di Mantova (la pala di Francesco Borgani nella chiesa di Sant’Apollonia), in quello dei Farnese (la pala di Giovanni Lanfranco a Capodimonte, in origine a Piacenza) e inevitabilmente nelle città dello Stato della Chiesa con opere del Guercino, del Passignano e di Jean Boulanger, rispettivamente a Cento, Forlì e Pergola.


Risaltano quali espressioni della pietas personale, come rivelano i ritratti dei committenti “in abisso”, la pala di Zeno Donise della parrocchiale di Roncobello in Val Brembana, degli inizi del Seicento, e quella per la chiesa di San Pietro a Cento eseguita nel 1618 dal giovane Guercino; il pittore che conquista il pubblico reggiano con la superba Crocifissione montata nel 1625 sull’altare della Comunità, di fronte alla venerata Madonna di Reggio.

Orari di apertura
sabato, domenica e festivi: 10:00-13:00 / 16:00-19:00

Aperture straordinarie: 24, 27 e 31 dicembre, 2 e 3 gennaio; orario: 9:00-12:00
25 dicembre e 1 gennaio; orario: 16:00-19:00

Visite guidate gratuite 
domenica 8, domenica 15, domenica 22, mercoledì 25, giovedì 26, domenica 29 dicembre, ore 16:30
domenica 5, lunedì 6 gennaio, ore 16:30

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione 

Info: Musei Civici REGGIO EMILIA

lunedì 3 giugno 2019

CORREGGIO: i restauri restituiscono la chiesa di San Quirino agli originari splendori


Torna alla pubblica fruizione uno scrigno di arte che dal Rinascimento giunge fino alla contemporaneità con pregevoli opere di pittura e scultura.

Domani, martedì 4 giugno, festa liturgica del patrono cittadino con celebrazione Eucaristica alle ore 10.30


















Finalmente riapre, dopo un complesso intervento di consolidamento strutturale che ha restituito all’edificio le condizioni di agibilità, la chiesa arcipretale di Correggio chiusa per ragioni di sicurezza all’indomani del sisma.


Il consolidamento di San Quirino a Correggio è parte di un febbrile lavoro messo a punto sull’area del “cratere” per quello che compete alla Diocesi. A distanza di 7 anni dall’evento sismico delle oltre 70 chiese danneggiate e rese in gran parte inagibili, circa 30 edifici sono stati fatti oggetto di intervento e restituiti alla pubblica fruizione, alcuni proprio in questi giorni. Oltre 20 le chiese che entro il 2019 vedranno l’avvio di cantieri, mentre si sta procedendo al conferimento degli incarichi professionali per la progettazione degli interventi sugli edifici con danni non gravissimi.


giovedì 16 maggio 2019

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Fabbrico


A 7 anni dal terremoto del 2012, riapre a Fabbrico una delle più belle chiese della diocesi di Reggio Emilia

Facciata della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Fabbrico























Gravemente danneggiata e resa inagibile dalle scosse telluriche del 20 e 29 maggio 2012, la chiesa arcipretale di Fabbrico riapre i battenti dopo un lungo e meticoloso intervento di consolidamento strutturale, esemplarmente condotto da tecnici qualificati e da maestranze reggiane, particolarmente sensibili e motivate.

Il risultato per la Comunità di Fabbrico sarà riscoprire uno spazio di notevole qualità architettonica e di non comune pregio ornamentale. Al visitatore, positivamente sorpreso, la chiesa donerà la piacevole sensazione di immergersi in un oceano di luce. Conseguenza dell’intervento di consolidamento post sisma 2012, è stato, infatti, anche il recupero delle antiche cromie delle superfici murarie di primo Settecento, che hanno restituito al monumentale invaso l’archetipo effetto spaziale.

Sono stati necessari circa due anni di attento lavoro per ricucire le lesioni e gli squarci nella volta provocati dal sisma, rimuovendo anche imbarazzanti sovrastrutture cementizie realizzate in tempi relativamente recenti e rivelatisi particolarmente dannose, analogamente a quanto riscontrato nella basilica di Assisi qualche decennio fa.

I positivi risultati raggiunti, grazie alle risorse messe a disposizione dal commissario alla Ricostruzione, sono frutto di una feconda sinergia tra le istituzioni preposte: l’ufficio per i beni culturali della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che ha operato in qualità di stazione appaltante, relazionandosi con l’Ufficio appositamente istituito dalla Regione Emilia Romagna per la oculata gestione delle risorse finanziare messe in campo e per la valutazione tecnica dei progetti. 


Presbiterio della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Fabbrico















Con le parole del parroco, don Gino Bolognesi, si esprime vivo ringraziamento a tutti quanti, Istituzioni, Tecnici, Imprese, Associazioni, fedeli, hanno contribuito ad accelerare la riapertura della chiesa, e quanti con generosità hanno voluto che fosse ancora più bella di prima.

L’intervento di riparazione dei danni sismici, progettato da una associazione temporanea di professionisti composta da Ribaldi, Losi, Foppoli, Accorsi, Serravalli, ha comportato un costo di poco meno di un milione di euro, messi in campo dalla Regione. Da parte sua la Parrocchia ha provveduto a farsi carico di una serie di oneri connessi al restauro pittorico, al restauro e rifacimento degli infissi, alla messa a norma degli impianti, avvalendosi anche di aiuti provenienti dai fondi 8x1000 della Chiesa Cattolica.

Sabato 18 maggio 2019 CELEBRAZIONE PER LA RIAPERTURA AL CULTO della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Fabbrico dopo i lavori di restauro post-sisma

Ore 18:00 Visita guidata dai progettisti ai lavori di restauro
Ore 19:00 S. Messa Solenne presieduta da mons. Alberto Nicelli vicario generale della Dicesi di Reggio Emilia - Guastalla

Seguirà un momento conviviale all'oratorio


Interno della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Fabbrico
















La chiesa di Santa Maria Assunta in Fabbrico, nell'aspetto attuale a una sola navata con cappelle laterali e con profondo presbiterio e abside (il complesso è costituito dal corpo di fabbrica della chiesa, a una sola navata con cappelle laterali e con profondo presbiterio e abside, orientato est-ovest con facciata a est, e dai corpi di fabbrica simmetrici che affiancano il presbiterio, in uno dei quali - quello a sud - è posta la sacrestia. Nel nodo fra la sacrestia e il blocco delle cappelle laterali si eleva una stretta torre campanaria).
Fu edificata nel penultimo decennio del secolo XVII, su progetto attribuito all’architetto reggiano Girolamo Beltrami secondo la maniera e lo stile diffusosi tra la seconda metà del ‘600 e la prima del '700, che si rifà al gusto architettonico imperante romano post tridentino. Essa sostituisce due precedenti chiese, delle quali mantiene nell’impianto posizione e direzionalità est/ovest, ma è più grande, con dimensioni da città, e invertita nell’orientamento. La chiesa dalla bella architettura, dalla geometria semplice ordinata, simmetrica nell’impianto e negli apparati, unisce il gusto classico con elementi di barocco. La ricchezza dell’interno, dovuta in particolare al pregevole apparato decorativo a rilievo in stucco, sorprende per contrasto alla sobrietà dell’esterno. La sua imponente facciata non finita campeggia sull’ampio sagrato, che si estende su una parte di fossa, colmata all’epoca di edificazione della chiesa stessa per collegare il nucleo fortificato del castello, poi Palazzo Guidotti, al borgo antico secondo la direttrice dello sviluppo urbano di Fabbrico.