mercoledì 28 gennaio 2009
Anniversario Primo Miracolo
La devozione popolare, nata spontaneamente nei confronti della Madonna della Porta in seguito alle prime grazie e miracoli, raggiunse ben presto grosse proporzioni, diffondendosi subito oltre che a Guastalla, nelle immediate vicinanze. L'adesione della popolazione, così pronta e numerosa, è una prova della popolarità del particolare culto di cui la Vergine Maria era oggetto, del suo profondo radicamento nel costume e nella mentalità religiosa anche della bassa padana di fine Seicento. (...)
A Guastalla, grazie alla volontà del Rettore Don Luigi Brioni
di mantenere vive le tradizioni, nell'Anniversario del Primo Miracolo (7 febbraio 1693) è stata ripristinata da alcuni anni la:
"Festa al Santuario della Beata Vergine della Porta"
Sabato 7 Febbraio 2009 Ore 18,30
Solenne Concelebrazione
Presieduta da S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni
L'immagine della cartolina riproduce un EX VOTO raffigurante: paesaggio rurale. Una donna inginocchiata accanto ad una vacca prostrata a terra. In alto a sinistra la Madonna col Bambino.
Iscrizione: P. G. R.
Olio su tavola - cm 25,5 x 25,5
- Conservazione discreta - Fine sec. XVII
Nota: potrebbe riferirsi al caso del libro dei miracoli
del 22 aprile 1693 (c. 25v).
martedì 27 gennaio 2009
La memoria di internet non è infinita
Domenica scorsa, 25 gennaio 2009, un interessante articolo di Federico Cella pubblicato on line sul blog vitadigitale.corriere.it segnalava l'allarme lanciato dalla British Library circa la sparizione
di tutte le informazioni, pubbliche e private, contenute da internet,
che non vengono "salvate" ed archiviate. Per riflettere, lo propongo sia ai soci de L'Argine Maestro sia a tutti coloro che si prodigano per tutelate e non dimenticare le testimonianze del passato.
Dalla British Library arriva il grido di allarme degli storici
sull'uso del digitale e di Internet in generale. Ciò che rappresenta la «memoria di una nazione», dice la direttrice Lynne Brindley, e che sempre di più passa attraverso i siti online e altro materiale digitale come le email rischia di venire irrimediabilmente perduto.
E ciò rappresenta un incalcolabile danno per i nostri discendenti.
Il materiale online rischia di fare la fine dalle foto personali che accumuliamo disordinatamente nel nostro computer e che assai difficilmente potranno essere viste dai nostri nipoti, a differenza di quelle stampate e incollate su un album come si faceva fino a ieri.
Le biblioteche e gli archivi sono riusciti a conservare materiale cartaceo di inestimabile valore storico che risale anche a mille
anni fa, ma già una enorme quantità di documentazione elettronica
è andata perduta per sempre. Si pensi al valore degli epistolari
e alla fine che fanno oggi le email. La Brindley fa due casi concreti.
Il materiale sulle olimpiadi di Sydney, del 2000, rappresentato
da 150 siti che erano stati aperti nell'occasione, è stato cancellato non appena i giochi sono finiti. E nei giorni scorsi dal sito della Casa Bianca è sparito - irrimediabilmente - il profilo di George W. Bush, sostituito da quello di Barack Obama.
Occorre pertanto, questa la conclusione sottolineata dall'Observer, creare settori computerizzati nelle principali biblioteche per raccogliere quanto altrimenti andrebbe perduto. La British Library, sta per l'appunto cominciando a muoversi in questa direzione.
Immagine: Foto di gruppo dinanzi alla Basilica di Pieve
dei bimbi della Scuola Materna Bambino Gesù (1955)
lunedì 26 gennaio 2009
Il Santuario e la città: gli EX VOTO
La tradizione dell'ex voto dipinto viene fatta risalire dalla storia dell'arte al XV secolo, ma fu durante la Controriforma che divenne la dimostrazione votiva più comune e rilevante, pretendendo ad un proprio linguaggio e a propri strumenti espressivi, spesso elementari ma efficaci. Il fedele che si trova in stato di necessità vi è in genere raffigurato in atto di invocazione oppure avente a lato o nelle prossimità un intercessore - un parente, un santo, le anime del purgatorio - rivolto a palese invocazione verso il celeste protettore che elargisce la grazia. A Guastalla, nell'Archivio del Santuario della Beata Vergine della Porta, sono conservate centoundici tavolette votive che insieme al libro dei miracoli ed ai numerosissimi cuori in argento di diverse fogge e dimensioni, formano la memoria sacra del Santuario, patrimonio prezioso che testimonia la continuità nel tempo della devozione rivolta all'immagine.
da: Il Santuario della Madonna della Porta a Guastalla (1693-1746)
Tesi di laurea in Storia Moderna di Marcella Scaravelli
venerdì 23 gennaio 2009
Alla ricerca del Santo Graal nelle Terre dei Gonzaga
Per due millenni, milioni di pellegrini, curiosi e turisti hanno potuto essere vicini al Santo Graal senza sapere di esserlo. Esiste una città in Italia, che da quasi duemila anni custodisce il "SangReal", il Sangue Reale di Cristo, il Sangue del Re dei Re: Mantova.
L’ultima fatica di Alberto Cavazzoli è un racconto appassionante,
fra storia, tradizione e leggenda che comincia sotto la Croce: con Longino, il centurione romano che trafisse con la lancia il costato di Cristo, che avrebbe consegnato alla città di Mantova (circa duemila anni fa) il suo preziosissimo sangue. I Canossa prima, e i Gonzaga poi, ne diventarono i gelosi custodi. Grandi dinastie d’Europa; legami e discendenze antichissime che rimandano ai mitici Merovingi, alla linea del “Sang Real” teorizzata da Baigent, Leigh e Lincoln nel celebre libro Il Santo Graal; e al misterioso Priorato di Sion, ai suoi Gran Maestri…
Nella ricerca di Cavazzoli le ipotesi si intrecciano come in un avvincente romanzo, passando pur sempre attraverso un attento vaglio di veridicità storica.
Domani, sabato 24 gennaio alle ore 17.00 in Corso Prampolini
a Guastalla presso la "Libreria del Corso” (tel. 0522.835341), la presentazione del volume. Interverranno: l'Assessore alle Politiche Culturali Arch. Stefano Storchi, il Prof. Giancarlo Malacarne (Storico) e il Dott. Alessandro Di Nuzzo direttore editoriale di Aliberti editore.
Modererà l'incontro con l'autore il Dott. Fiorello Tagliavini.
Alberto Cavazzoli, che ama definirsi un "Libero Ricercatore", si occupa da molti anni delle tematiche relative ai Gonzaga, e in particolare della figura di Ferrante I Gonzaga, capostipite del ramo cadetto di Guastalla. Conduce inoltre ricerche sui Templari e sulla collocazione dei loro "siti" nel centro-nord d'Italia.
mercoledì 21 gennaio 2009
Beato ANDREA CARLO FERRARI, Vescovo
MEMORIA
Andrea Ferrari nacque nel 1850 a Lalatta di Palanzano, diocesi di Parma, in un ambiente familiare modestissimo, ma ricco di fede. Entrato in seminario da ragazzo, fu ordinato sacerdote a 23 anni. Dopo un’esperienza di ministero parrocchiale e di insegnamento,
a 27 anni, divenne rettore del seminario diocesano di Parma.
Da Leone XIII nel 1890 fu nominato vescovo di Guastalla, nell’anno seguente vescovo di Como e, nel 1894, cardinale e arcivescovo di Milano. In seguito anche il nuovo papa, Benedetto XV, ebbe parole di attenzione e di forte ammirazione per questo cardinale che nella realtà del lavoro quotidiano sapeva esprimersi con il carisma di una fede indiscussa e di una grande spiritualità. Privo ormai di voce, perché affetto da male incurabile alla gola, diede al suo popolo che accorreva al capezzale del pastore morente, un mirabile esempio di eroica pazienza e di conformazione a Cristo crocifisso. Uno degli ultimi atti ufficiali, già sul letto di morte, fu l'approvazione degli statuti dell'Università Cattolica di Milano. Questo vescovo e cardinale è annoverato tra i grandi santi del nostro secolo: spiriti di Dio che conobbero la sofferenza, le difficoltà ma che, abbracciati a Cristo, contribuirono a esprimere concretamente la ricerca della perfezione umana e cristiana. Si spense al tramonto della festa della Purificazione di Maria, il 2 febbraio 1921, e fu sepolto nel Duomo di Milano all'altare della Virgo Potens. E' stato beatificato il 10 maggio 1987. Il martirologio romano lo celebra il 2 febbraio, mentre la Chiesa Ambrosiana il 1°febbraio.
martedì 20 gennaio 2009
Parolacce nel linguaggio comune...
La nostra era ha sdoganato le parolacce, le volgarità, gli insulti.
Il fenomeno è universale. In Italia lo si riassume col "vaffa".
Basta sintonizzarsi su una stazione radio, su un canale televisivo o navigare su internet, dove blog, commenti ai blog e chat-line ne sono infarciti, per rendersi conto delle dimensioni del problema. Al punto che ormai, per la stragrande maggioranza, non è più un problema.
Non è una questione di etichetta. Questo tipo di linguaggio danneggia la nostra cultura. A cinque anni i bambini ripetono quello che ascoltano in tivù e il modo di parlare di questo passo diventerà sempre più trito, volgare, banale.
Anche dalle scuole giungono segnali d'allarme: influenzati da tivù
e media (o influenzando tivù e media?), i giovani parlano sempre peggio, infarcendo sempre di più il discorso di "parolacce".
Siamo sicuri che un linguaggio simile sia davvero liberatorio, moderno, accettabile?
Un sondaggio pubblicato dal Daily Express, tuttavia, sembra indicare che è troppo tardi, almeno per gli inglesi. Soltanto l'otto per cento degli interpellati si dice offeso dalle parolacce.
Il settantotto per cento ammette di dirle non perché sia arrabbiato per qualche motivo, ma così, senza alcuna precisa ragione.
Val' a cüntàr a Frantón!
La parolaccia serve a parlare, in modo abbassante e offensivo,
delle pulsioni fondamentali dell'uomo: il sesso, il metabolismo, l'aggressività, la religione.
Per questo, vista la delicatezza dei concetti a cui si riferiscono,
le parolacce sono sempre oggetto di tabu linguistici, e sono diventate
un linguaggio specializzato nell'esprimere le emozioni primarie dell'uomo: rabbia, sorpresa, disgusto, paura, eccetera.
Le parolacce, antiche quanto il linguaggio umano,
si dividono in 3 categorie fondamentali:
- Imprecazioni (es. "merda!"): sono una forma di interiezione,
ovvero di dialogo con se stessi, e servono a sfogare simbolicamente
la propria aggressività contro un oggetto inanimato o contro una situazione; le imprecazioni comprendono anche le profanità
(ovvero l'uso dei termini sacri al di fuori dei contesti religiosi)
e le bestemmie.
- Insulti (es. "coglione!"): sono le parole usate per attaccare e ferire un'altra persona, abbassandone l'autostima.
- Maledizioni (es. "vaffanculo!"): sono le espressioni con cui
si augura il male al destinatario.
Parolaccia, è una forma dispregiativa del termine parola,
che in vernacolo guastallese assume
espressioni particolarmente "colorite"!
Qui di seguito, una piccola ma significativa serie:
Và a dar via i pé!: (va' a dar via i piedi!). Vattene, togliti di mezzo.
Và a dar via 'l cül!: (va' a dar via il culo!). Vatti a far fottere!
Và a dar via 'l organ!: (va' a dar via l'organo!). Idem
Và a farat frìssar!: (va' a farti friggere!).
Va' a quel paese, va' al diavolo! ecc.
Và a la cariöla!: (va' a la cariola!). Idem
Và a sfuraciöli!: (va' a spugnole!). Idem
Và a suìghi!: (và a pavoncelle!) Idem
Và in sla furca!: (va' sulla forca!) Idem
Val' a cüntàr a Frantón!: (valla a raccontare a Franton!).
Non raccontar balle!
da: Vocabolario del Dialetto Guastallese (1997) di Luigi Pietri
giovedì 8 gennaio 2009
SEGNALAZIONE: Il pane di ieri
Amici, vi segnalo un libro "bellissimo".
Una delle piacevoli letture nei giorni delle recenti festività.
«Il pane di ieri è buono domani», dice per intero il proverbio.
Con la bussola di queste parole Enzo Bianchi racconta storie
e rievoca volti della propria esistenza.
Ogni racconto è la tappa di un cammino sapienziale
che parla dell'amicizia, della diversità, del vivere insieme,
dei giorni che passano e della gioia.
Della vita di ogni uomo in ogni tempo e terra del mondo.
IL PANE DI IERI
2008 Frontiere EINAUDI
pp. 118 € 16,5
ISBN 8806194887
mercoledì 7 gennaio 2009
Neve e freddo anche a Guastalla.
lunedì 5 gennaio 2009
AGLI SPIRITI CURIOSI
Giornale del passato guastallese a cura della Biblioteca Maldotti
Anno XXI - notizia n.7315
5 gennaio 1702
Per comando del Serenissimo Signor Duca di Guastalla tutti li muratori di Guastalla, al numero di 20 in circa, sono andati a Borgoforte per fabbricare forni per cocer pane per le truppe alemanne.
da: Memorie di Guastalla estratte dai manoscritti di
Don Antonio Resta _dal 1658 al 1729_
SEGNALAZIONE: Il Ponte delle Maravegie
Segnalo con piacere un libro estremamente interessante e divertente, (in grado di trasmettere la passione dell'autore per la storia e la geografia, fino al punto di restarne contagiati) magnificamente scritto da Gabriele Franceschi che con una intelligente commistione tra realtà, storia e fantasia, ci emoziona a ogni tappa dello straordinario, movimentato e coloratissimo viaggio...
Il libro è il racconto di un viaggio fantastico ambientato nel Quattrocento, l'affascinante secolo della scoperta dell' America, compiuto da Guidotto Ardizzoni, Mengo Spadonsaco e Maurizio Fojonco (leggendario falcone, goloso di vino) nell'esplorazione di una nuova via d'acqua. Un'impresa solo in apparenza semplice: partire da Reggio di Lombardia per raggiungere Guastalla e il Po («...Si diceva Po, ma si pensava Venezia l'emporio del mondo») lungo un percorso d'acque mai praticato prima di allora: fiumi, canali e paludi inesplorate (le Valli di Novellara, Campo Raniero e Guastalla) dove una natura selvaggia celava insidie naturali e briganti, insieme a insolite creature, figlie della solitudine e delle leggende. Risucchiati lungo il grande fiume dagli intrighi della politica, i tre si troveranno invischiati in trame più grandi di loro: raggiunta Guastalla, essi si spingeranno fino a Mantova, Ferrara e Venezia – regine della Padania acquatica del tempo, vividamente raccontate, accompagnadovi per mano il lettore – fino a quel Ponte delle Maravegie che nella città di San Marco esiste davvero. Ma le macchinazioni delle corti padane prevarranno sul loro candore.
Il Ponte delle Maravegie
2008 Collana Stati di Luogo
DIABASIS
pp. 192 € 14,00
ISBN 978-88-8103-500-7
domenica 4 gennaio 2009
Concerto di Buon Anno con il Corpo Filarmonico "Giuseppe Bonafini"
Come ogni anno la Società Filarmonica Bonafini celebra le festività natalizie con due concerti diretti dal M° Cristiano Boschesi che proprio quest’anno festeggia i 5 anni di attività e di collaborazione con la formazione guastallese.
Dopo il concerto del 26 dicembre a Teatro Ruggeri, il prossimo appuntamento è per il 6 Gennaio alle ore 18 presso la Basilica di Pieve di Guastalla.
Il repertorio prevede brani di musica classica,
tradizionale natalizia e pop-jazz:
Ave Maria di Arcadelt
Suite dallo Schiaccianoci di Tchaikovsky
Ninna Nanna di Brahm
A Jingle Bell Fantasy, Tradizionale
Stille Nacht, Tradizionale
A Canadian Brass Christmas, Tradizionale
12 Days of Christnas, Tradizionale
Rudolph around the world, Tradizionale
What a Wonderful World, Luis Armstrong
Do They Know it’s Christmas, di Midge Ure e Bob Geldof
Marcia di Radetzky, Strauss
Buon ascolto e... ancora AUGURI!
sabato 3 gennaio 2009
E' nata l'associazione "L'Argine Maestro"
Preservare la cultura, la storia e l'archeologia
per non disperdere il patrimonio di tradizioni;
questi sono gli ideali dei fondatori.
da: Annuario GUASTALLA 2008 _ Anno 2008 - 49°Numero -
Prima una serie di incontri esplorativi, poi nella scorsa primavera è "sbocciata" la voglia di fare sul serio, con tanto di statuto e approdo nella Rete. E' nata così l'associazione culturale guastallese "L'Argine Maestro", presentatasi in tutta semplicità - in linea quindi con le idee dei fondatori - con uno stand informativo in piazza Mazzini durante la due-giorni settembrina legata alla manifestazione "Piante e animali perduti". Snello il consiglio direttivo votato contemporaneamente alla stesura dello statuto: Daniele Daolio (presidente), Paolo Curti (vicepresidente), Claudio Tesa (segretario), Ezio Aldoni e Tiziano Soresina (consiglieri). "Siamo un gruppo di persone, circa una trentina, con interessi ed esperienze molto diverse - spiega il presidente Daniele Daolio - accomunati dalla passione per il territorio in cui viviamo. In questi mesi ci siamo confrontati sugli obiettivi e abbiamo concordato sul fatto che i ritmi della vita di oggi ci stanno facendo perdere, giorno dopo giorno, valori straordinari legati alla nostra terra, per cui si è deciso di fare qualcosa". Come gli argini maestri legano i paesi del Grande Fiume in un ideale abbraccio, così l'associazione intende aprirsi alle realtà rivierasche reggiano-mantovane, cioè verso due zone che storia e ambiente hanno tenuto assieme per secoli. "il nostro scopo - prosegue il presidente - è quello di cercare di preservare tutto quello che fa parte della nostra cultura, perciò ci occuperemo di storia, archeologia, ambiente, tradizioni, dialetto, gastronomia ed altri ambiti. Raccoglieremo le testimonianze delle persone ancora in vita per non disperdere il nostro patrimonio di tradizioni, collaboreremo con associazioni ed enti locali in occasione di manifestazioni che riguardino le tematiche che ci stanno a cuore. Pensiamo poi di realizzare serate, filmati e pubblicazioni: il tutto avrà un taglio divulgativo - conclude - affinchè il contenuto sia alla portata di tutti". E che non sia un'operazione-nostalgia lo si desume dall'uso delle nuove tecnologie, per "catturare" i giovani ed allargare il più possibile i contatti culturali. L'associazione propone, infatti, da alcuni mesi sia un sito internet (www.arginemaestro.org) sia un blog (associazionearginemaestro.blogspot.com) per divulgare documenti e ricerche, discutere sui temi via via affrontati, raccogliere informazioni e nuovi stimoli.
L'invito è esplicito: "Ne L'Argine Maestro c'è posto anche per te"
Tiziano Soresina
venerdì 2 gennaio 2009
Capodanno ammantato di bianco.
giovedì 1 gennaio 2009
Una foto emblematica... un pensiero positivo.
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