domenica 23 ottobre 2011

Addio a Udo Toniato


Udo ci ha lasciato. Lo vogliamo ricordare 
con le parole utilizzate da Umberto Bonafini 
per "pennellarne" l'opera in occasione 
di una personale del 2003 a Guastalla:

Guardi un suo quadro e vedi lui, l’artista. 
Parlo di Udo. Udo soltanto perché per noi che lo frequentiamo da sessant’anni Udo è soltanto Udo. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, nel senso che pochi artisti si sono così profondamente identificati con le loro opere. 
Vedi Udo girare per via Gonzaga e subito lo collochi con le figure dei suoi quadri dove appare sempre, anche senza esserci. Non dipinge scenette con cammei. 
I suoi quadri non pretendono di essere riconosciuti solo dalla firma. Si riconoscono a naso, direi quasi a fiuto. Odorano di guastallesità. Hanno un profumo antico. 
Ci costringono a voltarci indietro per ricordare, nel vano tentativo di riconoscere un mondo, un ambiente che non ci sono più. 
La sua è la guastallesità della memoria. 
Forse è per questo che Federico Fellini amava i suoi quadri, anche perché rileggendo oggi i film del Grande Riminese vi scorgiamo i reperti della cultura fogazzariana. Quel “piccolo mondo antico”, di cui Udo è rimasto il solo, forse l’unico cantore. L’hanno definito un pittore naïf. Definizione che vuol dire tutto e niente. 
Udo non è un naïf. E' unico. 
Certo: alle sue spalle c’è una scuola, c’è una poetica riconducibile ad altri. 
Non c’è accademia. Ma questo non basta per definirlo naïf, ingenuo, domenicale. 
Ecco forse la più vera delle definizioni che si possono dare della sua Arte: è il pittore di tutti i giorni, le cui storie scorrono davanti ai nostri occhi con la levità, la leggerezza dell’acqua di un ruscello che scende a valle, limpido e quieto. 
E' la pittura, racconto che, per capirla, non devi pensare, ma solo ricordare.



Ciao UDO.



sabato 22 ottobre 2011

Memorie virgiliane a Palazzo Te







Virgilio torna nella sua Mantova 
nell'importante esposizione a lui dedicata:  
"Virgilio. Volti e immagini del poeta".
Forse nessuno scrittore classico ha avuto la notorietà di Virgilio. Celebrato come autore dell’Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche, 

è stato scelto da Dante come guida nella Divina Commedia, affascinando in ugual misura Petrarca e Boccacio, Ariosto ed Eliot, solo per citare qualche nome. Senza tacere della sua fama 
di profeta, mago, nume propiziatore, nomea che 
per secoli si è accresciuta a Napoli, circondando 
il poeta e la sua tomba di infinite leggende. 


Di Virgilio, a Palazzo Te, vengono indagati soprattutto l’uomo e la sua fama. Dell’uomo 
si cerca di scoprire il volto, partendo da un documento che per la prima volta esce dal Museo del Bardo di Tunisi: il celeberrimo mosaico rinvenuto nel 1896 negli scavi di Hadrumentum dove Virgilio è ritratto tra due Muse.

Intorno all’esposizione, la Mantova di Virgilio: un itinerario tra i luoghi e le testimonianze virgiliane si irradia da Palazzo Te sino al cuore della città, proponendo un volto turisticamente inedito di Mantova e del suo territorio. In concomitanza, 
la città offre un altro suo tesoro: la domus di età romana imperiale con mosaici recentemente emersa in Piazza Sordello.
 

Ma tutto l’autunno 2011 di Mantova sarà nel segno di Virgilio: la città diverrà sede di una serie di importanti iniziative e manifestazioni finalizzate a celebrare il massimo poeta della latinità, mantovano per nascita. Un’intensa attività divulgativa, didattica e scientifica rivolta ai mantovani, ai turisti, ad appassionati e curiosi, 
ai giovani e alle scuole, si articolerà in diversi appuntamenti con l’intento di valorizzare i dieci secoli di tradizione culturale che Mantova 
ha tessuto sulla figura di Virgilio.


VIRGILIO
Volti e immagini del poeta
16 ottobre 2011 / 8 gennaio 2012

Ala Napoleonica di Palazzo Te
Mantova



www.centropalazzote.it


lunedì 17 ottobre 2011

Architetture e Paesaggi d’acqua.
















Una tela, ritrovata per caso, semi abbandonata, 
in una soffitta. Non una tela qualunque, bensì un’opera d’arte del secolo scorso del celebre designer industriale e scenografo Marcello Nizzoli (Boretto 1887 - Camogli 1969) che raffigura il paesaggio della Bonifica. Su questa considerevole opera iconografica (quasi 20 mq di estensione), custodita dal consorzio, si incentra la mostra “Architetture e Paesaggi d’acqua. Strumenti retorici, immagine costruita”.

L’opera di Nizzoli è una mappa: la descrizione 

del grande progetto realizzato dalla Bonifica 
agli inizi del Novecento, la rappresentazione della “messa in opera”, allora appena concretizzata, delle sistemazioni idrauliche che hanno “inventato” il paesaggio contemporaneo della Pianura, dalla provincia reggiana fino a quella lombarda di Mantova.
Questo paesaggio d’acque ma soprattutto di architetture per le acque di notevole rilevanza storico-artistica, viene raccontato in mostra attraverso schede conoscitive e fotografie, entrambe realizzate per il censimento che, da fine 2010 per tutto il 2011, il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha realizzato 

per la valorizzazione del suo patrimonio architettonico e ambientale.
Un itinerario di conoscenza di un territorio 

che in cento anni si è visto in alcune sue parti radicalmente modificarsi ed in altre riuscire a mantenere i caratteri identitari. 
C’è da interrogarsi su quale sia l’identità primigenia della Pianura Padana, da sempre laboratorio di trasformazione del proprio paesaggio, anche prima dell’età romana, periodo ben noto per l’assetto della profonda incisione della centuriatio.
La mappa cartografica di inizio Novecento del Nizzoli diventa premessa per la conclusione della mostra che presenta il progetto architettonico-paesaggistico di valorizzazione dei paesaggi del comprensorio della Bonifica, premiato come migliore intervento per essere “bene culturale invisibile: una risorsa italiana da valorizzare” e per questo finanziato per la sua realizzazione dalla Fondazione Telecom (2010-2011). L’espressione “bene culturale invisibile” deriva da quella nozione ufficiale di bene culturale che sta ad indicare la consistenza di una o più opere d’arte, testimonianze storiche, culturali, sociali, tecnicoscientifiche e di costume che, allo stato, non godono di adeguata visibilità e fruizione, perché nascoste, non adeguatamente conosciute 

e valorizzate.
Dalla vasta rappresentazione prospettica del Nizzoli ad oggi, l’ordinaria e necessaria normalità del paesaggio orizzontale della Bonifica emiliana diviene riconoscibile e di grande attrattività attraverso le sue importanti architetture che 

ne assicurano, ieri come oggi, la salvaguardia idraulica.

Architetture e Paesaggi d’acqua. 
Strumenti retorici, immagine costruita

15 / 28 ottobre 2011
Palazzo del Portico o delle Bonifiche
Corso Garibaldi, 42

Reggio Emilia

Aperture:

dal lunedì al giovedì dalle 9.00 / 12.30 

                           e dalle 14.30 / 17.00
il venerdì dalle 9.00 / 13.00
il sabato dalle 15.00 / 18.00

Per ulteriori informazioni: 0522/443251

www.emiliacentrale.it



 

domenica 16 ottobre 2011

“Anche i teatri ogni tanto hanno bisogno di ritracciare la rotta”























Da giorni all’esterno di Palazzo Bentivoglio a Gualtieri sembra di trovarsi in un cantiere navale, ma è il segno di un disagio: vele e alberi issati e l’immagine di un veliero proiettato sulla parete esterna del Teatro Sociale sono lì a ricordare che quel piccolo gioiello situato nel palazzo, riaperto solo nel 2009, rischia di chiudere i battenti. «I teatri ogni tanto entrano in rada, attraccano gli ormeggi e sono tirati in secca. Relitto restituito alla navigazione, dopo tre anni di cabotaggio e navigazione a vista, il Teatro Sociale getta l’ancora e si ferma per ritracciare la rotta da seguire nei prossimi anni. Si preannunciano tempi tempestosi e incombe all’orizzonte l’ombra nera del naufragio; è necessario prepararsi a dovere onde evitare l’affondamento» scrivono nel loro sito i ragazzi che, con un lavoro del tutto volontario, sono riusciti a recuperare il teatro – sia pure al contrario, con gli spettatori che siedono dov’era il vecchio palco e gli attori che recitano coi palchi alle spalle – e a ridargli vita. Non si dice apertamente che i soldi per sostenere ancora questa straordinaria esperienza non ci sono, pur con tutta la buona volontà, ma il problema è facile da immaginare. 























I giovani, però, non si piangono addosso: proseguono nella metafora marinara sino a fine ottobre, grazie alle letture “di navigazione” di Giancarlo Ilari, alle visite “dal fondo della stiva al castello di prua” per conoscere i luoghi nascosti del teatro, fino all’esperimento del “cantiere aperto” al pubblico. 
Sperando che il vento soffi di nuovo.

Gabriele Maestri



da: Giornale di Reggio domenica 16 ottobre 2011



domenica 2 ottobre 2011

Teste, animali e pensieri bizzarri nei disegni della Galleria Estense





Il Palazzo Ducale di Ferrante Gonzaga a Guastalla, fino al 4 dicembre 2011 ospita una mostra che racconta una segreta passione di un'altra dinastia, quella degli Este, per il collezionismo di disegni. Due Case ducali, imparentate da secoli, che celebrarono con Margherita, figlia di Alfonso III (il “Duca Cappuccino”) andata in sposa nel 1648 al duca Ferrante III di Guastalla, l’ultimo matrimonio 
Este – Gonzaga. 

Opere curiose, particolari, inconsuete testimonianze d’eccezione di un gusto che esplose nelle Corti europee a partire dal Cinquecento e che ebbe nei Duchi d’Este collezionisti particolarmente attenti e qualificati. Tutti i disegni provengono dalla Galleria Estense di Modena, città dove gli Este insediarono la loro corte dopo la Devoluzione della loro capitale, Ferrara, al Papato. 

Il collezionismo ducale estense privilegiava, non per questioni economiche ma per passione, quelli che un tempo potevano essere considerati semplici studi o prove d’artista. Gli Este dimostrano di amare i generi, i personaggi più desueti ed esotici, ma anche i ritratti non aulici, lo schizzo di un volto reso nella sua naturalezza espressiva, la posa di un animale. Soggetti tutti profani, aspetto che rende ancora più rara la mostra. Gli agenti estensi reperivano queste opere sul mercato e negli stessi studi degli artisti, contribuendo ad arricchire una collezione tra le più originali e ricche in Italia.

La mostra Da Parmigianino a Piazzetta offre pertanto una precisa indicazione dell’ampiezza e dell’importanza della collezione di grafica della Galleria Estense, e negli spazi guastallesi ne propone una significativa selezione che per la quasi totalità dei pezzi non è mai stata esposta in pubblico. 

Da Parmigianino a Piazzetta
24 settembre / 4 dicembre 2011
Palazzo Ducale Guastalla (RE)

Orario di ingresso alla Mostra:
Mercoledì 9.30 – 12.30 / 15.30 – 19.00
Sabato e Domenica 9.30 – 19.00 continuato
Lunedì Giorno di chiusura
Martedì – Giovedì – Venerdì – Apertura su prenotazione

Ufficio Cultura T. 0522 839757/60

Ingresso  intero 7.00 euro
Ingresso ridotto 4.00 euro



sabato 1 ottobre 2011

Pedagogia e arte: Convegno Regionale a Reggio Emilia

 





















Il restauro della cattedrale di Reggio Emilia ha visto aprirsi una serie di attività di ricerca in parallelo al cantiere murario. Tra le varie proposte che hanno segnato la riappropriazione dell’edificio da parte della comunità reggiana, un ruolo significativo hanno le attività promosse per le scuole della provincia. In particolare il progetto “Occhio al Duomo”, caratterizzato da un approccio interdisciplinare e culturale, ha visto ad oggi l’adesione di oltre 1.300 studenti della scuola primaria, che attraverso il lavoro in classe, la verifica sul campo, la partecipazione a laboratori didattici presso il Museo Diocesano, ha consentito a tanti ragazzi (non sempre di cultura cristiana) di conoscere il valore storico artistico del massimo monumento cittadino. Alla luce di questa esperienza l’Ufficio per i beni culturali, il Museo e l’Ufficio per la pastorale scolastica della Diocesi promuovono un convegno regionale per approfondire le potenzialità che l’arte religiosa viene ad assumere nell’ambito della formazione della persona e in particolare delle giovani generazioni. 

Il Convegno, dal titolo L’universalità del linguaggio dell’arte sacra nell’esperienza educativa, avrà luogo il prossimo 3 ottobre, presso il Museo Diocesano, in via Vittorio Veneto 6 a Reggio Emilia, a partire dalle ore 9.00. 
Relatori nella prima parte della giornata saranno: Mons. Giancarlo Santi presidente dell’Associazione del Musei Ecclesiastici Italiani, Chiara Panciroli docente di Didattica museale dell'Università di Bologna, Mario Calidoni membro della Commissione "Educazione e Mediazione" di (International Council of Museum) ICOM Italia.  
 Modererà gli interventi Mariagrazia Diana dirigente del Liceo Artistico G. Chierici di Reggio Emilia.
Nella sessione pomeridiana saranno presentate diverse esperienze di didattica museale, con la partecipazione di gran parte degli operatori delle diocesi della Regione, insieme ai responsabili del Museo Ebraico di Bologna.


La partecipazione al convegno è gratuita. 
Le iscrizioni, compilando l'apposito modulo all'indirizzo www.diocesi.re.it


Per ulteriori informazioni: 
Segreteria Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla 
Ufficio Beni Culturali T. 0522 402210 (ore 9.00 - 12.00)