mercoledì 31 dicembre 2014

TRA CIELO E TERRA

























Tramontato il 2014, con i piedi nella Bassa
guardiamo al nuovo anno con ottimismo.
Auguri a tutti i Soci, gli amici e i naviganti in rete.


La foto, è un regalo di Fausto Franzosi



 

mercoledì 24 dicembre 2014

Manca poco alla festa più grande dell'anno


Che lo spirito del NATALE 
ci porti il tempo necessario 
per pensare ai Valori veri. 

                       A U G U R I A T U T T I


sabato 6 dicembre 2014

Facciamoci contagiare dalla bellezza!



Torna il 7 dicembre #DomenicalMuseo, l'evento dove tutti i musei e le aree archeologiche statali saranno visitabili GRATUITAMENTE.

Occasione speciale per Mantova, che offre un doppio appuntamento con l'ingresso gratuito al museo di Palazzo Ducale e al Museo Archeologico


Quest'ultimo edificio è inscritto nel perimetro di Palazzo Ducale ed è situato in quello che fu il Mercato dei Bozzoli di Mantova.

Materiali neolitici, dell'età del bronzo, etruschi, veneti, celtici, romani, longobardi, goti, medievali e rinascimentali, tutti provenienti dal territorio mantovano, Vi attendono.

C'è di che lustrarsi gli occhi!





mercoledì 29 ottobre 2014

I FANTASMI DELLA STORIA























Spettacolare percorso nei luoghi storici della città di Guastalla

L’assessorato alla cultura prova a mantenere alta l’attenzione al territorio ed alla storia locale e con l'evento I FANTASMI DELLA STORIA, sabato 1° ottobre 2014 dalle ore 21.00 punta in forma di spettacolo ad una divulgazione di emergenze storico culturali che appartengono alla città di Guastalla e propone avvenimenti disseminati ad arte sul percorso che si snoda tra i vari luoghi deputati: Palazzo Ducale, portici di Corso Garibaldi, Biblioteca Maldotti, Torre Civica, Teatro Comunale (esterno), nel retro della Chiesa di Santa Croce, sotto la statua Ferrante Gonzaga.

Quanto narrato, pur contenendo elementi di fantasia, recupera concretamente vicende storiche mediate da personaggi effettivamente esistiti.

Alcuni testi provengono dalla Biblioteca Maldotti, altri passaggi derivano da ricerche storiche dell’assessorato.


Trattandosi di una messinscena al di fuori di uno spazio teatrale, l’iniziativa (che coinvolge giovani e non solo, formatisi in laboratori e scuole di teatro) si propone come una inusuale opportunità di vivere una suggestiva esperienza culturale.

Ulteriore arricchimento alla manifestazione sarà apportato dalle coreografie a cura dell'Associazione Progetto Danza che attorno alle ore 22.30 concluderanno la serata anticipando il buffet di saluto.

Appuntamento alle ore 21.00 presso il cerchio di luce oltre la Croce del Volterra.

PARTECIPAZIONE GRATUITA

Gradita la prenotazione al numero 0522 838923-839755 entro venerdì 31 ottobre.



lunedì 15 settembre 2014

PAGINE DI STORIA



Non è un caso che l’affresco di San Bernardino campeggi negli spazi della comunicazione realizzata da NatDesign per promuovere la presentazione del terzo volume della Storia della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla

In attesa della serata organizzata nella Basilica di Pieve di Guastalla per le ore 20.30 di giovedì 25 settembre 2014


...per appagare la curiosità potrebbero interessare le note a seguire, tratte dal testo di una ricerca storica condotta da Gianni Dallasta.


[...] L’affresco di san Bernardino, presente sul secondo pilastro a destra del presbiterio della Basilica di Pieve, restaurato nel 1995 in occasione del IX°centenario della Sinodo del papa Urbano II, era stato catalogato dalla Sovrintendente ai Beni Culturali prof.ssa Augusta Ghidiglia Quintavalle, come pittura emiliana del XV secolo.
La devozione a san Bernardino da Siena risale più o meno a quel periodo: morto nel 1444 fu canonizzato agli altari nel 1450. Quale fosse stato il suo rapporto con la zona di Guastalla non è documentato, anche perché non risulta che i francescani fossero stati presenti un secolo prima della loro venuta presso il convento di San Giorgio (attuale sede del cimitero urbano), anche se, data la sua presenza a Carpi, sembra che nel 1418 abbia svolto missioni itineranti a Guastalla e Correggio. 
La presenza dell’affresco, in quella locazione, non è giustificata. La chiesa era stata danneggiata e incendiata nel 1557 dagli Estensi che, non riuscendo ad abbattere le mura di Guastalla, da poco fatte erigere da Ferrante Gonzaga, si erano accaniti contro la basilica dove risiedeva la massima autorità della comunità: l’Arciprete con prerogative di Ordinario. Solo nel 1605 la chiesa fu definitivamente ricostruita in stile barocco. 
Perciò l’affresco non poteva essere anteriore almeno alla prima metà del ‘500 ma doveva essere stato eseguito nel periodo della nuova edificazione. È il periodo della contesa tra l’arciprete don Lelio Peverari (in latino Piperarius) e Camilla Borromeo, vedova di Cesare Gonzaga e sorella di san Carlo, cardinale di Milano. 
La contesa verteva sulle competenze della chiesa guastallese e degli introiti dei lasciti e benefici ecclesiastici.
Un certo Santino Santini, intorno agli anni trenta del ‘500, in mancanza di eredi maschi, aveva lasciato un podere al Consiglio della Comunità (in luogo ora denominato “Terre del Consorzio”) con l’obbligo annuo di far celebrare un certo numero di messe e uffici funebri all’altare del SS. Sacramento, pena la perdita del possesso e il suo passaggio alla chiesa stessa.
Nella necessità di finanziamenti per la corte di Guastalla e per la costruzione della chiesa dentro le mura della città (quella che diventerà poi il duomo di Guastalla), non avendo ancora riscosso il soldo dell’imperatore per il servizio militare del marito Cesare, morto nel 1565, Camilla Borromeo si fa dare, a titolo d’imposta, dal Consiglio della Comunità, la rendita del beneficio Santini, utilizzato anche per l’istituzione del Monte di Pietà contro gli interessi strozzini dei banchi fenerari degli ebrei. L’Arciprete, che aveva negato l’autorizzazione di costruire il duomo o chiesa di san Pietro in castello, essendo sua pontificia giurisdizione (aveva già concesso la riedificazione della chiesa dell’Assunzione o dei Servi), reclamava la quota per la celebrazione dei riti stabiliti con i proventi del Consorzio.
La querelle dura parecchi anni: nel frattempo il card. Borromeo manda dei suoi vicari (che in seguito avranno modo di lamentarsi per le scarse risorse economiche) per la pastorale e l’Arciprete viene deferito all’Inquisizione per abuso di potere, immoralità nel confessionale e omosessualità. Contro le disposizioni del vescovo di Reggio il Peverari ricorre a quello di Mantova (sua città natale): viene arrestato e portato alla corte inquisitoriale di Bologna. Nel 1580 Ferrante II Gonzaga, dopo cinque anni di tiramolla sulle indennità spettanti, concede al Peverari di ritornare in sede.
Nel 1585, in seguito alla morte dell’Arciprete, Ferrante II ottiene dal papa il decreto di istituzione del Duomo come chiesa principale per la quale chiede un vescovo (dopo che gli emissari a Roma avevano giurato che il Peverari, prima di morire, aveva concesso la debita autorizzazione). Non potendo concedere un vescovo per le scarse entrate della mensa vescovile, Ferrante viene accontentato con un Abate al quale andranno tutti i titoli dell’Arciprete e al duomo tutti i privilegi della chiesa guastallese, concessi nel passato dai papi Gregorio V, Urbano II, Pasquale II e Innocenzo V. Per la mensa dell’Abate si avvarrà di qualche beneficio della basilica di Pieve. Ferrante II, avendo alle sue dipendenze Bernardino Baldi di Urbino, suo precettore, lo convince a completare la sua cultura con gli studi teologici e a prepararsi all’ordinazione clericale. 
Nel frattempo le chiese di Pieve e del duomo vanno di pari passo nel registrare nascite, matrimoni e morti all’interno della città, fino al 1588 quando Bernardino Baldi otterrà la nomina pontificia ad Abate.
In quel periodo lavorava a Guastalla, ad affrescare il palazzo di Ferrante e il duomo, il pittore Bernardino Campi di Cremona e i suoi collaboratori. L’Abate si fa ritrarre nella basilica ai piedi del suo patrono san Bernardino da Siena, come benemerenza per i benefici ricevuti per la mensa. L’affresco, secondo lo stile toscano (origine del Baldi) dell’epoca, mostra un piccolo personaggio inginocchiato ai piedi del santo, con la berretta rossa da monsignore in mano. Lo stile pittorico è molto simile a quello delle opere del Campi che si possono ammirare a Viadana, Reggio Emilia e Cremona.
Poiché le opere di Bernardino Campi, esistenti nel palazzo Gonzaga, sono state annullate nei secoli successivi, a Guastalla rimane ancora questa sua presunta (e ragionata) opera, a testimonianza di una nuova forma di governo ecclesiastico della diocesi di Guastalla: da Arcipretura ad Abbazia.
Nel 1828 l’ultimo Abate Giovanni Neuschel, diventato vescovo di Guastalla, su interessamento di Maria Luisa duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, per la mensa vescovile ricorrerà ancora una volta ai benefici della basilica di Pieve. In cambio del beneficio commissiona una tela per l’ancona dell’altare di sant’Antonio abate al pittore guastallese Antonio Gualdi. 
Con la ristrutturazione della basilica degli anni 1925/30 l’altare è stato demolito e la tela riposta in altro luogo.

lunedì 30 giugno 2014

Sonorità dimenticate della musica da ballo emiliano-romagnola























Dalle ore 21.30 di mercoledì 2 luglio 2014, l’incantevole Villa Pollina di San Sisto di Poviglio (eccezionalmente aperta al pubblico per lo spettacolo) ospiterà l'imperdibile appuntamento tra note e tradizione: Concerto BAGNOLI, organizzato in collaborazione con il Festival TacaDancer Quando la trasgressione era ballare abbracciati, manifestazione itinerante e regionale curata dall’omonima Associazione reggiana e dedicata al recupero della musica da ballo emiliano-romagnola. 

Interpretata da I Violini di Santa Vittoria, la performance sarà impreziosita da brevi narrazioni legate alla nascita dell’ensemble e, soprattutto, a una delle più belle pagine musicali della nostra Regione, che ha ispirato la costituzione del gruppo oltre un decennio fa: la tradizione dei Cento Violini, caratteristica della frazione di Gualtieri (RE) che dà il nome alla formazione. 

Davide Bizzarri (Primo violino), Orfeo Bossini (Secondo violino e narrazione), Roberto Mattioli (Terzo violino), Ciro Chiapponi (Viola) e Fabio Uliano Grasselli (Contrabbasso) conquisteranno gli applausi povigliesi accompagnando gli spettatori in un viaggio alla scoperta del movimento che ha originato le composizioni oggi conosciute come Liscio, pratica musicale da ballo attiva già all’inizio del XIX secolo tra le province di Reggio Emilia, Parma e Mantova.

L’appuntamento – GRATUITO – dell’ottava edizione del Festival è promosso dagli Assessorati alla Promozione del Territorio e alla Cultura del Comune di Poviglio.


BUON DIVERTIMENTO!
 
Ulteriori informazioni sulle pagine on-line di www.tacadancer.com

Foto di apertura © Roberto Masotti

martedì 24 giugno 2014

Santa Vittoria dei Braccianti


Donenica 29 giugno, ore 18.30
Storie di musica, amore e libertà.
HAPPENING a Palazzo Greppi
Santa Vittoria (RE)



Nei primi decenni dell'Ottocento si diffondono nelle campagne emiliane nuovi balli di origine popolare. Sono i valzer, la mazurca e la polka. Nasce il liscio e a Santa Vittoria di Gualtieri (RE) lo si suona con gli strumenti ad arco, in piccoli gruppi di orchestrali di cinque elementi. Questo pccolo borgo di braccianti, fieri e socialisti, assume i contorni della leggenda diventando in poco tempo nella grassa immaginazione degli uomini della Bassa: Il Paese dei Cento Violini.


 

Per tutti voi che ci leggete, una godibilissima anticipazione di genere curata da:  
I VIOLINI DI SANTA VITTORIA
 
 


Concerto Bagnoli
"L'incredibile storia dei violinisti braccianti di Santa Vittoria" 



Per saperne di più, c'è il sito www.violinidisantavittoria.com

Per ulteriori utili informazioni sull'HAPPENING, contattare: Comune di Gualtieri 0522 221811
Ass. I Violini di Santa Vittoria info@violinidisantavittoria.com


venerdì 9 maggio 2014

Gli gnocchi ritrovati

















A solo una manciata di ore dall'inizio della GNOCCATA a Guastalla, estratto dalla pubblicazione che le rende omaggio, riproponiamo un contributo testuale che della Festa ne racconta l'origine e i suoi autentici protagonisti. 
 

Definita la “tassa della disperazione”, l’imposta sulla macinazione del grano e dei cereali (entrata in vigore il primo gennaio 1868) oltre a scatenare per protesta la chiusura dei mulini e le violente rivolte in tutto il Paese (peraltro represse con durezza dall’intervento dell’esercito), innescò una grandissima conflittualità tra fisco, mugnai e contribuenti, per il meccanismo farraginoso sul quale si basava: il contribuente pagava in base al peso dei cereali portati al mulino, secondo tariffe diverse per i vari cereali (da un minimo di 50 centesimi al quintale per le castagne a un massimo di 2 lire al quintale per il grano).

Il mugnaio, in qualità di “esattore della tassa”, passava al fisco una quota corrispondente al numero di giri effettuati dalla ruota macinatrice, rilevato da un contatore meccanico a essa applicato, ma stabilire il rapporto tra giro di macina e quantità macinata era complesso e provocava infinite contestazioni da parte dei mugnai.

Insieme ad altri provvedimenti fiscali, la legge contribuì a risanare le finanze pubbliche ma ebbe ripercussioni gravissime sulle classi popolari colpite nei consumi più elementari: il prezzo del pane e dei suoi derivati subì infatti un forte aumento e restò invariato anche dopo l’abolizione della tassa nel 1884.
 
Da quei presupposti in cui sembra essere nata la Gnoccata, come festa di piazza e di popolo, ai nostri giorni il passo è identico.

Cronache di tempi passati verrebbe da pensare, se non fosse che ieri come oggi, la storia si ripete e non può che annotare il rinnovato e diffuso malcontento delle classi sociali sempre più impoverite dalle perpetue manovre per il pareggio di improbabili bilanci.  

Quest'anno la Gnoccata si ripropone a Guastalla nei giorni 10 e 11 maggio ...come una festa liberatoria, giusto per tirar fiato e divertirsi nuovamente all'insegna dello sberleffo e della pancia piena.

Ho pensato in più occasioni a come doveva essere stata la prima volta della manifestazione, che nel tempo sarebbe entrata di diritto nella tradizione. Poche centinaia di persone in luogo delle migliaia attuali. Festa "alla buona" con tutti protagonisti, senza gli spettatori dei nostri giorni. Nessun obbligo di legge per l'approvvigionamento di gnocchi di patate solo presso aziende certificate (esigenze di tracciabilità del prodotto), ma rasdóre impegnate a sbracciarsi sul tolèr per dar forma ai veri protagonisti della festa: gli gnocchi.

Per darvi un'idea di quali potessero effettivamente essere gli gnocchi di quella prima grande mangiata collettiva, ho pensato bene di riproporli (vedi foto) attingendo alla semplice ricetta diffusa all'epoca tra le famiglie mugnaie. Niente patate, solo farina di grano tenero impastata con l'acqua bollente in modo da ottenere un impasto consistente, grazie all'azione del reticolo glutineo formatosi proprio mediante l'uso dell'acqua calda.


 




















Fatta la fontana sul tolèr inizierete ad aggiungere l'acqua bollente non salata e lavorerete l'impasto energicamente fino a farlo diventare liscio. Raccoglietelo a palla e mettetelo a riposare per circa un'ora in una zuppiera coperta con un canovaccio. Poi, prendete man mano dal panetto un po' di pasta che allungherete a forma di bastoncino. Riducete i bastoncini in pezzetti lunghi circa tre centimetri e trascinateli sulla spianatoia con le tre dita medie esercitando una pressione tale da renderli ben incavati. Con le dita, allontanateli man mano in un angolo del piano di lavoro cosparso di farina. Una sbollentata in acqua, salata solo poco prima della risalita a galla degli gnocchi, e poi via con il tradizionale condimento: passata di pomodoro con fagioli borlotti, patate e cipolla.


 



















Questo tipo di gnocco, grazie alla sua particolare forma, è in grado di trattenere al suo interno una golosa quantità di sugo.

Ciò scritto, mi è venuta fame. Conquistato dagli gnocchi di ieri e tentato da quelli di oggi …non mi resta che sacrificarmi per entrambi. 

Buona Gnoccata a tutti!


Donato Natuzzi
#FoodHunter


Annotazione finale:

Con riferimento alla preparazione degli gnocchi, si consiglia vivamente la visione dello straordinario video "I gnocchi di Teresa - Arviter documenti" che testimonia la manualità di Teresa Padova, figlia (recentemente sconparsa) di uno dei tanti mugnai del Po e considerata l'ultima ambasciatrice degli gnòc a la mulinèra, un piatto povero caratteristico di tutte le famiglie mugnaie che popolavano le sponde del Po. 





venerdì 28 marzo 2014

La Bassa come non l'avete mai vista. E non solo...


















Alle ore 17.30 di sabato 29 marzo 2014 l'aperitivo letterario DICIASSETTETRENTA propone una inusuale visione della fotografia. 

Attraverso la tecnica all'infrarosso, Giorgio Andreoli ha rielaborato la normalità senza alcun artifizio digitale. Solo nuovi occhi per svelare 
e stupire con le emozioni della realtà.

Negli spazi della Libreria del Corso  

presentazione di iBLU il libro di “clic” 
del fotografo Giorgio Andreoli

Daniele Daolio e Tiziano Soresina 
dialogheranno con l'autore.

Evento realizzato in collaborazione con 

Biblioteca Comunale Guastalla

Libreria del Corso
Corso Prampolini
Guastalla (RE)
info 0522 835341

ENTRATA LIBERA





martedì 18 marzo 2014

REGGIO EMILIA in un libro















Raccontare un luogo, ricercarne l’identità più vera e profonda rappresenta una sfida con la quale si misurano le opere degli artisti di ogni tempo: dai mosaici agli affreschi, dai disegni alla fotografia. Nei loro lavori si coglie l’ansia di scoprire quell’anima che i romani veneravano come Genius Loci.

Reggio Emilia rappresenta, in tal senso, una sfida nella sfida. Per comprendere la sua personalità, infatti, è necessario un esercizio fondato sulla ricerca, sul ragionamento e sulla contemplazione. Reggio Emilia è discreta, non parla di sé e, dunque, chiede d’essere scoperta. Qui nulla è scontato, niente è di facile lettura e molto di quanto appare è diverso da ciò che è. 

La città è un gioiello autenticamente padano: il risultato di una lenta ma inarrestabile evoluzione plurimillenaria nella quale arte e architettura hanno trovato sostegno nella virtù dell’intraprendenza.

L’occhio, il cuore e la sensibilità di Gianfranco Levoni hanno saputo indagare e comprendere questa realtà cogliendone l’aspetto più emblematico: la sua capacità di reinventarsi nel tempo.

La Reggio preistorica, romana (il famoso Gromae locus sulla Via Emilia del 187 a. C.), medievale, barocca, risorgimentale e contemporanea (le avveniristiche Vele di Calatrava) che ne offrono un’immagine postmoderna, scorrono come tante diapositive  di un sapiente film d’epoca, alternando il bianco e nero degli esterni al colore intenso degli affreschi della Madonna della Ghiara o dei capolavori di celebri artisti che certo non assunsero la notorietà del Mantegna ma che pure si chiamano Correggio, Guercino, Vigarani.



Sabato 22 marzo 2014 ore 17.00
Conversazione con l’autore GIANFRANCO LEVONI
Museo Diocesano  
Sala conferenze, via Vittorio Veneto 6 
Reggio Emilia

L'invito ad immergersi in un’opera che conduce alla riscoperta di Reggio Emilia, ritratta poeticamente e storicamente, fondendo rigore stilistico e passione documentaria. 
 



Gianfranco Levoni

REGGIO EMILIA
ArtestampaArte

ISBN: 9788864622170

 

 



sabato 15 marzo 2014

L'impasto vellutato che faceva la differenza
























Questa confezione rimane l'ultimo segno ancora tangibile dell'esperienza produttiva di un'azienda di 52 dipendenti che dai tempi del boom economico era attestata tra i principali produttori d'Italia per tagliatelle e pasta all'uovo in genere.

Prima duramente colpita dal terremoto del maggio 2012 poi stroncata dalla crisi di liquidità già in atto, dovuta sia per le politiche commerciali della grande distribuzione (alle prese con la drastica contrazione dei consumi), sia per i rincari delle materie prime e la marginalità di guadagno compressa, è stata lasciata irrimediabilmente abbandonata al suo destino scrivendo una delle tante storie di regresso industriale che purtroppo costellano il territorio della Bassa e l'intero paese ITALIA.

La famiglia Dallari di Fabbrico (Reggio Emilia) è stata per oltre due secoli maestra dell'ARTE BIANCA, l'antico mestiere del mugnaio. 


Dal 1947 ai nostri giorni, Dallari ha prodotto pasta all'uovo di alta qualità, in virtù di un impasto finemente lavorato ed una essicazione a bassa temperatura con una particolare cura alle materie prime: espressione della migliore semola scelta con la sapienza del grande mugnaio e delle uova fresche provenienti esclusivamente da allevamenti italiani di galline alimentate con mangimi naturali. 


Tutti fattori determinanti della spiccata porosità e fragranza della pasta Dallari che l'hanno resa sempre e immediatamente riconoscibile per il suo colore giallo naturale.


Una tradizione che ora non c'è più.



domenica 26 gennaio 2014

Una data di cui prendere accuratamente nota
























Solo due giorni separano dall'appuntamento che fissa in martedì 28 gennaio la data di presentazione del restauro delle absidi rinascimentali della Cattedrale di Reggio Emilia.


Si affacciano su uno dei luoghi più suggestivi e amati della città: sono le absidi del Duomo reggiano che quasi fanno da contrappunto all’elegante facciata settecentesca della basilica del patrono.

La costruzione delle absidi del Duomo venne promossa a partire dagli ultimi anni del XV secolo dal vescovo Bonfrancesco Arlotti, che pose mano a un vasto intervento di restauro e ampliamento della chiesa, rimasto incompiuto alla morte del prelato nel 1508. Vennero così realizzate opere che modificarono anche le quote del presbiterio interno, con il rifacimento parziale della stessa cripta.

Le solenni absidi si presentano come un interessante episodio legato cronologicamente al significativo momento storico in cui nell’Italia padana cresce l’apprezzamento per la cultura artistica e architettonica di gusto antiquario, grazie all’influsso di artisti centro italiani e lombardi. Con la basilica di San Prospero realizzata nel ventennio successivo, le absidi della cattedrale rappresentano, infatti, un primo banco di prova per l’aggiornamento della cultura architettonica reggiana, che nella seconda metà del Quattrocento è ancora saldamente ancorata a modelli tardo gotici. 

Pur in mancanza di prove documentarie, è plausibile ascrivere la paternità delle absidi all’architetto milanese Cesare Cesariano,  presente a Reggio tra il 1495 circa e l’aprile 1508, noto per il suo commento a Vitruvio.

Scopo prioritario dei lavori di restauro è stata la conservazione dei paramenti murari delle absidi cinquecentesche che non mancavano di evidenziare sofferenze delle finiture e degli apparati decorativi, pesantemente alterati da interventi dei secoli scorsi.

Il cantiere, in cui hanno operato maestranze qualificate sotto la direzione dell’arch. Mauro Severi e del suo collaboratore arch. Giancarlo Grassi e l’alta sorveglianza esercitata dalla Soprintendente Paola Grifoni e dal funzionario Elisabetta Pepe, ha consentito di meglio conoscere l’edificio nella sua storia e di riscoprire i pregevoli ornati in cotto, di ascendenza ferrarese e lombarda, le tracce del loro originario tinteggio a colori vivaci, l’elegante fregio affrescato a grottesche che ornava il cornicione delle tre absidi e di cui si conservano pochi lacerti, ora finalmente visibili anche dal basso. 


















L'appuntamento è alle ore 17.00 nel coro della Cattedrale dove interverranno: il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca; Ettore Pietrabissa direttore generale di ARCUS S.p.A.; Fabio Storchi presidente del Comitato per il restauro della Cattedrale; Uberto Spadoni assessore del Comune di Reggio Emilia; Carla Di Francesco direttore regionale per i beni culturali e il paesaggio; Paola Grifoni soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Bologna Modena Reggio; Mauro Severi progettista e direttore dei lavori di restauro; mons. Tiziano Ghirelli direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali.

A seguire, alle ore 18.30 circa, Piazza San Prospero sarà illuminata da un inedito “incendio” della cupola della Cattedrale, grazie ai giochi pirotecnici di luci e fuochi proposti dalla ditta Piromania di Reggio Emilia, evento che avrà come sottofondo musicale i brani del Quintetto di Ottoni della città. Si tratterà di uno spettacolo certamente di grande suggestione con cascate di luci e scintillanti comete che daranno una particolare suggestione visiva ai volumi architettonici orientali del Duomo reggiano.


 

martedì 7 gennaio 2014

CAMPAGNA SOCI 2014

















ASSOCIARSI è l'azione più semplice per consolidare la propria relazione con il territorio della Bassa e per integrare con nuove energie l'impegno di chi già si prodiga alla sua tutela 
e promozione.

Per maggiore chiarezza nei confronti di quanti chiedono informazioni sulla modalità di iscrizione all'Associazione Culturale L'Argine Maestro 
il suggerimento è quello di rivolgersi 
alla signora Elena, presso la Libreria del Corso, 
e perfezionare la semplicissima procedura 
con la sottoscrizione dello specifico modulo per la richiesta di ammissione a SOCIO e il versamento 
della quota annuale di 20,00 euro.  

Libreria del Corso
Via Prampolini
Guastalla (Reggio nell'Emilia)
0522 835341




















mercoledì 1 gennaio 2014

Grandi AUGURI a tutti!

















Che l'alba del nuovo anno 
sia di buon auspicio 
per vivere l'intensità di almeno  
Duemila14 magiche emozioni.