mercoledì 25 maggio 2011

La pronipote di Garibaldi a Guastalla



Al centro: La signora Annita Garibaldi in visita alla Biblioteca Maldotti.   PH. Franzosi



















Nell'ambito delle iniziative che celebrano 
il 150°dell'Unità d'Italia, grazie all'organizzazione del Rotary Club Reggio Emilia "Val di Secchia" 
e del Rotary Club Guastalla con la collaborazione dei Comuni di Correggio e di Guastalla,  
Annita Garibaldi (la pronipote dell’eroe 
dei due mondi) ieri pomeriggio è stata in visita 
a Guastalla. Accompagnata da Giogio Benaglia sindaco e membro del Rotary, da Eugenio Bartoli assessore alle Culture e identità della Città
da Fiorello Tagliavini direttore del Teatro
dai Presidenti dei Rotary Clubs e un nutrito numero di Soci, la Garibaldi ha visitato: 
il Duomo, il vecchio Ghetto, reso omaggio 
(di fronte alla targa commemorativa) 
al garibaldino Enrico Guastalla, conosciuto 
il luogo in cui sorgeva la "Croce Rossa" 
(l’albergo in cui soggiornò il Generale Garibaldi), senza trascurare la Biblioteca Maldotti 
che conserva alcuni documenti sulla visita 
di Garibaldi a Guastalla e altri in cui si invitava 
la popolazione a una sottoscrizione per innalzare un monumento dedicato. Proprio in piazza Garibaldi, di fronte alla statua del bisavolo, Annita Garibaldi profondamente colpita 
ha esclamato: «Ne ho viste tante di statue, 
ma questa è davvero bella e slanciata».


... Le cronache dell'epoca ricordano l'arrivo 
a Guastalla, nel pomeriggio del 19 agosto 1859, 
di Giuseppe Garibaldi proveniente da Reggio 
con alcuni ufficiali al seguito. Il Podestà gli andò incontro in carrozza con la Guardia Nazionale 
e la banda. Prese alloggio all'Albergo della 
"Croce Rossa" (l'attuale civico 23 di via Garibaldi). Moltissima era la gente accorsa a vederlo, 
giunta dalla campagna e dai paesi vicini. 
Si presentò due volte al balcone ringraziando 
e congedando la folla con poche parole. 
Per l'occasione la città restò illuminata per tutta la sera. Garibaldi ripartì il mattino seguente dopo aver passato in rassegna le truppe toscane nel prato fuori Porta Madonna e visto il Po, diretto prima a Borgoforte, poi a Mirandola. Non pochi furono i guastallesi conquistati alla sua causa. Enrico Guastalla e Giulio Peri parteciparono alla spedizione in Sicilia del 1860 e nella Campagna del 1866 partirono più disessanta volontari. 
La nomina a Presidente onorario della "Società 
di mutuo soccorso tra gli operai artieri 
di Guastalla" e della "Società dei reduci 
delle patrie battaglie" fondata nel 1878, sono un'ulteriore testimonianza della sua popolarità, quest'ultima associazione, dopo la sua morte, 
si fece promotrice di una sottoscrizione pubblica per erigergli un monumento. Fu istituita una commissione presieduta dal pittote guastallese Pietro Cornali, incaricata di esaminare i progetti inviati dagli scultori interessati a realizzare l'opera. Fu scelto Carlo Spazzi, giovane scultore veronese. 
Il 31 marzo del 1888 venne posta la prima pietra e in mezzo al basamento, a circa un metro di profondità, un tubo di cristallo contenente una pergamena commemorativa e una lira d'argento. 
Il monumento fu solennemente inaugurato 
il 23 settembre dello stesso anno...

Da: Garibaldi e garibaldini
      di Elena Begotti Zigarini
      pubblicato sul n. 2 del MAG. '87 di Quaderni Guastallesi




sabato 21 maggio 2011

GUASTALLA COM'ERA

In questi giorni di GNOCCATA a Guastalla, 
con l'etichetta VintageBOOKS Pregiati libri d'annata, tornano in vetrina alla Libreria del Corso libri d'occasione (nuovi e integri, anche se qualche copia può presentare segni di vecchiaia sulla copertina) provenienti da eccedenze di magazzino e salvati "miracolosamente" dalla rottamazione. Un segnale di profondo attaccamento a tutto ciò che è editoria, e di grande sensibilità alla cultura del territorio. Tra le proposte disponibili: 
l'album collezione GUASTALLA COM'ERA  
con uno straordinario cammeo di presentazione 
a firma Marzio Dall'Acqua
Le copie superstiti sono limitate 
e pertanto vale la pena approfittarne. Subito!










La gente di fronte all'obiettivo si bloccava, 
si metteva in posa, sospendeva la quotidianità consapevole che la sua immagine avrebbe girato 
il mondo più di quanto ciascuno avrebbe potuto fare. Anche i palazzi, nelle vecchie cartoline sembravano avere il tabarro. Fotografi più smaliziati cercano l'ora immota della pittura metafisica, sorprendendo il vuoto delle piazze 
e delle strade e allora sono chiese e palazzi 
che sembrano mettersi in posa, anche sotto impossibili notturni, che hanno la fredda sapienza del ritocco, del ricorso al belletto che li rende fondali di improbabili melodrammi. 
Queste vecchie cartoline vivono dunque 
tra il documento - si pensino le immagini di Porta Po, da tempo scomparsa - e un immaginario 
della propria città che forse non corrispondeva 
con il reale, ma certamente sconfinava nel sogno, in una specie d'amore. E oggi, nel rimpianto.

Marzio Dall'Acqua


da: GUASTALLA COM'ERA Album Collezione




giovedì 19 maggio 2011

GNOCCATA guastallese: festa, burla e unità d’Italia



C’era una volta la Gnoccolata, si chiamava così la festa popolare messa in piazza a Guastalla come protesta contro chi aveva legiferato col pugno pesante tassando la farina che usciva dai mulini. Era il 1868 e tutti la chiamarono “la tassa sulla fame” perché la materia prima per fare pane aumentò, e molto, di prezzo. 
Non ci fu famiglia che non ne fosse toccata 
nella dolorosa stretta tipica dello stomaco vuoto. 
La gente reagì, si può ben capire, ci furono disordini repressi con la forza anche in Emilia.
Gli effetti della tassa sul macinato 
si manifestarono dai primi giorni del 1869 e già all’inizio di marzo Guastalla rispondeva a tempo di record con la sua festa grassa in cui si beveva 
e si mangiavano gnocchi in barba ai governanti. 
Ad una legge tanto impopolare si faceva fronte comune con una reazione non violenta ma godereccia, a ben vedere il massimo dell’oltraggio e del disprezzo verso chi quell’idea nefasta 
aveva partorito. Una ribellione sui generis
acuta e intelligente, non di muscoli o di petto 
ma di pancia, tutto sommato molto guastallese.
Non tutti sanno che la tassa sulla fame 
fu emanata per finanziare l’unità d’Italia, cioè 
tutte le spese che il neonato Stato italico doveva affrontare per poter diventare nazione unica 
e unificata, sul serio. Le entrate dello Stato erano di gran lunga inferiori al necessario: un deficit enorme, roba da fallimento. Il regio fisco 
non funzionava a dovere ma si può ben capire. 
Ce li vedete gli ufficiali preposti a raccogliere 
le tasse dalle Alpi alla Sicilia passando per Roma 
o Napoli a sfidare randellate e schioppettate 
di un popolino sbrigativo e avvezzo da sempre 
ad arrangiarsi? Qualcuno, si chiamava Quintino Sella, allora concluse: “Meglio una tassa sulla farina, quella almeno la devono pagare tutti. Dovranno pur mangiare.”
Così nacque l’Italia e così nacque la Gnoccata, unite dalla stessa storia. Figlie degli stessi 
anni eroici e degli stessi drammi e passioni 
di un Risorgimento che diventava Nazione moderna. Possiamo dire che l’Italia 
e la Gnoccata sono sorelle.

Continua a leggere: GNOCCATA



martedì 17 maggio 2011

Come diventare SOCIO


Per maggiore chiarezza nei confronti di quanti ci chiedono informazioni sulla modalità di iscrizione all'Associazione Culturale L'Argine Maestro:

Rivolgendosi a Elena, della Libreria del Corso,
è possibile compiere la semplicissima procedura
di iscrizione che consiste nel compilare
il modulo di richiesta di ammissione a SOCIO
e allegare 20,00 euro di quota annuale.


Libreria del Corso

Via Prampolini
Guastalla (Reggio nell'Emilia)
0522 835341



sabato 14 maggio 2011

L’Historia Salutis del Museo Diocesano


Il Museo Diocesano, nell’ambito dell'iniziativa:  
La Notte dei Musei, presenta la serie 
dei meravigliosi capitelli (risalenti alla seconda metà del XII secolo) provenienti dalla Pieve di Carpineti. Opera di artisti medievali attivi anche nelle vicine Modena e Parma, ma fortemente influenzati dalle realizzazioni delle grandi cattedrali della Provenza, i capitelli si presentano senza dubbio tra i capolavori assoluti dell’arte romanica in terra reggiana. Diverse le chiavi di lettura che i 12 elementi offrono, diverse le storie che attraverso essi è possibile ricostruire. 
C’è indubbiamente la storia: dell’arte, dell’architettura, della liturgia, del costume, con i suoi risvolti sociali ed economici, che chiama 
in causa gli artefici delle sculture, la loro cultura, 
il committente, la destinazione originaria 
e il contesto spaziale per i quali furono pensati. 
C’è - forse a sorpresa - la storia del teatro che, grazie alla “drammatizzazione” medievale 
di storie bibliche, ispirò gli autori delle sculture. 
C’è naturalmente la teologia: ortodossa, ma anche eterodossa, che si voleva in qualche modo combattere anche attraverso quella che per secoli fu la “Bibbia degli illetterati”. 
C’è soprattutto la storia della Salvezza, ovvero la narrazione per immagini, per “tipi”, per allegorie, del grande mistero di un Dio che si fa conoscere dall’uomo e che entra in dialogo con l’umanità. 
Guida d’eccezione in questa narrazione 
per immagini sarà don Tiziano Ghirelli direttore del Museo e dell’Ufficio per i beni culturali 
della Diocesi.

L'opportunità di partecipare 
alla speciale visita guidata, è per oggi:
sabato 14 maggio 2011, alle ore 21.45

INFO:
Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Ufficio Beni Culturali
T. 0522 402210

 







venerdì 13 maggio 2011

La terza guerra d’indipendenza e il ponte di chiatte sul Po

Il ponte di chiatte sul Po (anni cinquanta del ‘900)


In occasione del 150° dell'Unità d'Italia
la Provincia di Reggio Emilia, il Comune 
di Reggio Emilia ed Istoreco propongono 
dal 4 maggio al 2 giugno 2011 la mostra documentaria:  Dal Cusna al Po, la Provincia 
di Reggio Emilia nella storia d'Italia 
che attraverso documenti, fotografie, mappe 
e progetti, ricostruisce l'importante contributo dell'Ente Provincia nella trasformazione 
e modernizzazione della comunità.


... Nel 1866 l’Italia combattè contro l’Austria 
e conquistò le province del Veneto e quella 
di Mantova. L’annessione del mantovano 
e del Veneto indusse la Provincia a sviluppare 
le comunicazioni con il nord e in particolare 
con il territorio di Mantova. Nella prospettiva 
di fare di Reggio Emilia uno snodo ferroviario strategico, si cominciò a progettare la ferrovia tra Reggio e Guastalla con l’intento di costruire 
il primo tronco per allacciarsi a Mantova e alla linea del Brennero. In questa fase si realizzò anche il ponte di chiatte sul Po tra Boretto 
e Viadana. Infatti fi no ad allora le comunicazioni tra le due rive erano diffi cili e pericolose. 
Nel 1867 l’avv. Sartoretti scriveva che finora 
“questo passaggio si effettua mediante 
i così detti porti o ponti volanti con gravissimo incomodo dei viaggiatori e del commercio, qualche volta non senza pericoli, 
sempre con rilevante perdita di tempo. 
Innumerevoli su di ciò le lagnanze: incerte sempre l’ora dell’arrivo, lungo l’aspettare sulla sponda talora sotto le intemperie, talora sotto 
la sferza del sole, difficile non di rado il carico 
e lo scarico del porto; impossibile il passaggio quando la violenza del vento contrasta 
il maneggio di quello”. (Atti consiglio provinciale, allegato A alla seduta del 9 ottobre 1867). Diversamente da quanto stabilito dal progetto iniziale il ponte non venne posto a Brescello 
ma alla Croce di Boretto (con promessa 
a Brescello di trasportare il ponte nella località stabilita appena possibile). Tuttavia, ragioni 
di natura tecnica, giuridica ed economica impedirono in seguito il trasferimento 
del ponte da Boretto a Brescello. 
Il ponte di barche sul Po divenne il fiore all’occhiello dell’Uffi cio tecnico provinciale 
(nel 1908 ottenne il diploma di medaglia d’oro del Ministero dei Lavori Pubblici 
per l’inaugurazione del nuovo ponte di barche) 
e costituiva l’opera più importante di un sistema di manufatti gestito dalla Provincia che nel 1922 sarebbe arrivato a comprendere, oltre al ponte di chiatte, 29 ponti distribuiti sull’intero territorio provinciale ...

Dal Cusna al Po
La Provincia di Reggio Emilia
nella storia d'Italia
 


4 Maggio / 2 Giugno 2011
Nelle immagini, tutta la memoria della Provincia


Polo Archivistico di Reggio Emilia
Via Dante, 11 Reggio Emilia


Orario mostra:
dal martedì al sabato: 8.30 / 13.00
martedì, giovedì: 15.00 / 18.00



Per informazioni:
Provincia di Reggio Emilia 0522 444164
Polo Archivistico 0522 456125
www.istoreco.re.it




Pane e salame nostrano, ideali compagni per uno spuntino sopraffino

Una piccola golosa annotazione 
per non dimenticare l'appuntamento di sabato  
14 maggio 2011 alle ore 21.00 con la settima 
edizione della "Gara dal salam nostran"
In palio la soddisfazione di competere 
per genuinità e gusto all’esame dei palati più fini 
ed avvezzi ad apprezzare la qualità costruita prima con l'approvvigionamento delle carni prodotte da allevatori capaci di far crescere 
i suini migliori, poi con il rispetto delle procedure tradizionali di preparazione e della lenta stagionatura in ambienti naturali.

Il pubblico partecipante alla serata, 

potrà assaggiare tutti i salami in competizione 
ed esprimere il proprio apprezzamento. 
Una ghiotta opportunità per chiunque voglia trascorrere una serata molto speciale. 
I posti disponibili non sono infiniti, 
pertanto è consigliabile prenotare 
per tempo telefonando a Luciano 335 5415913 
o Rossano 338 6627244

L'iniziativa, che si fregia del patrocinio 

del Comune di Bagnolo, è resa possibile ancora una volta grazie ai soci volontari del Circolo  “Amici di Pieve Rossa”, sempre attenti 
a vivacizzare con attività culturali, d'intrattenimento e d'incontro il nostro territorio.


Associazione "AMICI DI PIEVE ROSSA"
Pieve Rossa, frazione del Comune di Bagnolo in Piano (RE) 
Via Provinciale Nord, 68 (il civico dell'ex scuola elementare della frazione)

martedì 10 maggio 2011

Mecenati dell'arte locale, moderna e contemporanea.



Contadino, Ferdinando Moneta vincitore del XXII Premio Suzzara (1959)




Un tempo gli enti pubblici erano usi ad acquisire, attraverso concorsi e anche con veri e propri acquisti, opere di artisti locali, tanto 
da costituire, nel tempo, delle raccolte d’arte divenute, in alcuni casi, preziose e importanti testimonianze del tessuto artistico locale. 
Era quella, certamente, una forma di mecenatismo anche se non sempre ben motivata. Era comunque il segno di un doveroso riguardo 
per il lavoro di artisti che operavano, il più 
delle volte, in difficili condizioni economiche. 
Le istituzioni, negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, 
alle prese con i grandi temi della ricostruzione post bellica, hanno trascurato l’investimento 
in opere d’arte. 
Le raccolte d’arte degli enti hanno beneficiato, comunque, di parecchie e frequenti donazioni 
da parte di artisti o di collezionisti, 
senza grandi oneri per il bilancio pubblico.
Nel caso della Provincia di Mantova,

la Casa del Mantegna è stata la fonte 
che ha continuato ad alimentare il patrimonio d’arte dell’ente con importanti opere di artisti. 
La Casa del Mantegna, infatti, a partire dagli anni Cinquanta, ha promosso numerose manifestazioni d’arte che le hanno permesso, nel tempo, 
di affermarsi come sede culturale di prestigio nazionale. 
Nasce, a partire proprio da quegli anni, la grande disponibilità, anche di artisti di fama, a lasciare alla Provincia importanti testimonianze del loro lavoro. Così, oggi, è possibile affermare che la Provincia dispone di una raccolta d’arte moderna e contemporanea di assoluto interesse, 
seconda per dimensioni solo al patrimonio d’arte del Premio Suzzara.
Il catalogo traccia una sorta di percorso che si articola attraverso le diverse espressioni dell’arte moderna e contemporanea, rappresentate dalle opere presentate in catalogo, in grado 

di prospettare un sintetico panorama dell’arte mantovana, un panorama ricco, in ogni caso, 
di esempi significativi e di testimonianze lasciate 
da artisti di diversa estrazione culturale 
e provenienza.


Giovedì 12 maggio 2011 ore 11.00
Palazzo di Bagno (sede della Provincia di Mantova)
Via Principe Amedeo 30, Mantova

Presentazione del volume:


La raccolta d’arte moderna 

e contemporanea 
della Provincia di Mantova 
tra mecenatismo 
e politiche culturali

Intervengono:
Laura Pradella Presidente del Consiglio Provinciale di Mantova
Maurizio Fontanili Presidente della Provincia di Mantova
Roberto Pedrazzoli Assessore alla Cultura e al Turismo della Provincia di Mantova
Gianfranco Ferlisi Responsabile dell’Ufficio Cultura della Provincia di Mantova
Renzo Margonari
Artista e critico d’arte
 




lunedì 9 maggio 2011

QUANDO I FIUMI ERANO COME IL MARE


In 150 immagini in bianco e nero, la grande mostra fotografica QUANDO I FIUMI ERANO COME IL MARE documenta l’epoca d’oro dei fiumi padani. A volte professionisti, ma la maggior 
parte degli scatti sono opera di appassionati 
e occasionali fotografi, gli autori che con la loro macchina hanno voluto documentare la giornata passata sulla spiaggia e nell’acqua del fiume, oppure un avvenimento sportivo o una semplice gita. Dalla fine dell’Ottocento e sino ai primi anni ’70 del secolo scorso, i corsi d’acqua divennero per decine di migliaia di persone, non solo il luogo di lavoro di barcari, pescatori, traghettatori, lavandaie, cavatori di sabbia, molinari, pontieri, cacciatori; ma una delle mete privilegiate delle villeggiature, delle gite domenicali, palestra per canottieri, nuotatori, vogatori, piste per inusitate gare motonautiche di velocità. Le bellissime spiagge rivaleggiavano allora per i servizi offerti 
ai bagnanti addirittura con quelle marine. 
Negli anni ’30 del Novecento la costituzione delle "Colonie Elioterapiche" portarono poi sul Po 
e i suoi affluenti maggiori, una moltitudine di ragazzi che tra bagni, esposizioni al sole e giochi, passavano i mesi di luglio e agosto.
Complessivamente la mostra si presenta come 
una delle più complete e suggestive sino ad ora organizzate sul tema dei fiumi balneabili, 
e si rivolge a quanti hanno a cuore la bellezza 
delle nostre vie d’acqua e ricordano con rimpianto il tempo in cui i “Fiumi erano come il Mare”.
La visione delle immagini non può che fare riflettere sull’importanza della preservazione dall’inquinamento delle acque dei fiumi, 
per salvaguardare la salute dell’ambiente 
e di quanti (e sono molti!) vorrebbero tornare 
a tuffarsi nelle acque fresche e pulite del Po 
e di tutti gli altri fiumi del Belpaese. 
Le fotografie esposte ritraggono i fiumi Po e Oglio nelle località di Arena Po, Piacenza, Cremona, 
Sissa, Polesine Parmense, Casalmaggiore, Coenzo, Brescello, Boretto, Viadana, Guastalla, Luzzara, Suzzara, Dosolo, S. Matteo delle Chiaviche, Bozzolo, Gazzuolo, Quingentole, Pieve di Coriano, Revere, Ostiglia, Sermide, Felonica, Berra.

QUANDO I FIUMI 
ERANO COME IL MARE
14/23 maggio 2011
Casalmaggiore (Cremona)
Auditorium Santa Croce
Via Azzo Porzio, 5 (nelle adiacenze di Piazza Garibaldi)
Info: 0375/43683

La mostra, organizzata dalla cooperativa Charta, è stata allestita grazie alla collaborazione di Comuni, Biblioteche, Pro Loco, 
Circoli culturali e ricreativi, Archivi fotografici (pubblici e privati) posti lungo l’asta del Po e dei suoi affluenti.



sabato 7 maggio 2011

E adesso: MUSICA!




Un breve contributo filmato, a ricordo dell'indimenticabile serata di venerdì 29 aprile 2011 con: L'Argine in compagnia.
 

Bonariamente provocato da Daniele Daolio, presidente dell'associazione L'Argine Maestro, "Scheggia" (al secolo Giuseppe Becchi)
non è riuscito a resistere e...
 

estratta dalla tasca la sua inseparabile armonica, come in mille altre passate occasioni, ha intonato “Una paloma” ed  entusiasmato il gran numero 
di amici intervenuti all'incontro.
 

E... la tradizione continua.

mercoledì 4 maggio 2011

L'Argine Maestro, pagine di congiunzione fra presente e passato



Lo scorso venerdì sera, L'Argine Maestro 
ha presentato nel Palazzo Ducale di Guastalla 
la sua rivista. Un momento di condivisione 
per presentare un bel volume che rende concreto e fruibile a tutti il lavoro di ricerca, scoperta 
e conservazione di luoghi, gusti e saperi 
che caratterizzano la cultura della Bassa. 
A questo l’Associazione da sempre affianca 
la raccolta di ricordi, biografie, incontri 
e "bravate" di personaggi che incarnano lo spirito 
di un territorio sanguigno e della sua gente. L’incontro è stato uno spontaneo collage 
di memorie, musiche, canzoni improvvisate 
lì per lì e storie raccontate un pò in italiano 
e un pò in dialetto. Vicende personali 
che si sono fatte memoria collettiva, 
nel racconto di un passato in cui affondano 
le nostre radici. Sono racconti che di solito 
si condividono con la famiglia e gli amici stretti, 
un ricordare insieme che si è allargato spontaneamente coinvolgendo una comunità più ampia proprio come si era soliti fare nelle stalle 
e sulle aie durante i “filòs”, in un avvicinamento 
fra presente e passato.

Elisa Battini

lunedì 2 maggio 2011

Il tricolore in bianco e nero











VERDEBIANCOROSSO
una fotografia dell'Italia in bianco e nero
























Sala del '700_ PALAZZO DUCALE Guastalla (RE)
Sabato 7 maggio 2011 ore 17.00 INAUGURAZIONE