Da giorni all’esterno di Palazzo Bentivoglio a Gualtieri sembra di trovarsi in un cantiere navale, ma è il segno di un disagio: vele e alberi issati e l’immagine di un veliero proiettato sulla parete esterna del Teatro Sociale sono lì a ricordare che quel piccolo gioiello situato nel palazzo, riaperto solo nel 2009, rischia di chiudere i battenti. «I teatri ogni tanto entrano in rada, attraccano gli ormeggi e sono tirati in secca. Relitto restituito alla navigazione, dopo tre anni di cabotaggio e navigazione a vista, il Teatro Sociale getta l’ancora e si ferma per ritracciare la rotta da seguire nei prossimi anni. Si preannunciano tempi tempestosi e incombe all’orizzonte l’ombra nera del naufragio; è necessario prepararsi a dovere onde evitare l’affondamento» scrivono nel loro sito i ragazzi che, con un lavoro del tutto volontario, sono riusciti a recuperare il teatro – sia pure al contrario, con gli spettatori che siedono dov’era il vecchio palco e gli attori che recitano coi palchi alle spalle – e a ridargli vita. Non si dice apertamente che i soldi per sostenere ancora questa straordinaria esperienza non ci sono, pur con tutta la buona volontà, ma il problema è facile da immaginare.
I giovani, però, non si piangono addosso: proseguono nella metafora marinara sino a fine ottobre, grazie alle letture “di navigazione” di Giancarlo Ilari, alle visite “dal fondo della stiva al castello di prua” per conoscere i luoghi nascosti del teatro, fino all’esperimento del “cantiere aperto” al pubblico.
Sperando che il vento soffi di nuovo.
Gabriele Maestri
da: Giornale di Reggio domenica 16 ottobre 2011
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