
Stabat Mater
Il gruppo scultoreo di San Giovannino
in Reggio Emilia
nelle fotografie di Carlo Vannini
Inaugurazione: Domenica 28 marzo, ore 17.00
28 marzo / 31 maggio 2010
MUSEO DIOCESANO Via Vittorio Veneto, 8
Reggio Emilia
Ancora una volta Carlo Vannini (noto e apprezzato fotografo reggiano) entra nelle opere e dà loro (un’altra) vita; è il singhiozzo,
è l’urlo disperato, è il gemere cantilenante che viene dalle viscere; espressioni di un male per la perdita che spacca il cuore o,
se si vuole, trafigge l’anima, secondo la profezia di Simeone (Lc.2,35).
Le Marie “sterminatamente piangenti”, come è stato scritto nel XVI secolo per definire queste rappresentazioni, sono individuate
da Vannini in espressioni maggiormente dettagliate rispetto a ciò che può cogliere il nostro occhio; entriamo - e siamo esplicitamente invitati a farlo dal fotografo con l’enfatizzazione del buio -
nel momento del male. Le ombre, nei visi stravolti e nelle mani contorte, sono la traccia più efficace di questo male.
Il dolore d’insieme non è tuttavia quello della tragedia greca;
non c’è solo una scelta teatrale da sceneggiatore esperto;
non siamo investiti da un pianto manipolatorio ed infantile:
qui è la domanda di verità dell’umanità dolente che ci interroga.
Perché il dolore? Perché la morte? Perché il fallimento personale
o di gruppo? Perché l’errore? Perché il buio?
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ORARIO APERTURA
martedì - venerdì - sabato dalle 9,00 alle 12,30
sabato - domenica dalle 16,00 alle 19,00
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Il gruppo scultoreo di San Giovannino in Reggio Emilia.
Il Compianto era originariamente nella cappella del Sepolcro della chiesa cittadina di San Francesco e apparteneva alla Compagnia dei Battuti, costituitosi nel 1321.
A Reggio Emilia i confratelli erano noti per essere veri e propri registi delle cerimonie del Venerdì Santo, forse proprio a partire dalla data di fondazione della cappella contenente il Compianto (1480).
Nel 1807, a seguito delle soppressioni napoleoniche, la Confraternita è dispersa e il Compianto passa alla chiesa di San Giorgio pervenendo alla fine del XIX secolo nella attuale sede in S. Giovannino.
Il gruppo è costituito da sette statue poste attorno al Cristo morto, ma il tutto è anomalo: manca infatti la statua della Maddalena, mentre l’evangelista Giovanni vi compare due volte (analogamente, forse, all’immagine della Vergine).
L’atteggiamento patetico di Maria è evidenziato dalle braccia aperte e dal grido che le deforma il viso; allo stesso modo i due Giovanni presentano un sentimento di dolore molto caricato.
La statua del Cristo morto, acquistata alla metà del secolo scorso sul mercato antiquario, non è ovviamente coerente con l’insieme;
la scultura è stata recentemente ascritta a Michele di Nicolò di Dino detto “Michele da Firenze” (1403-1457 ca.), girovago plasticatore formatosi nella bottega del Ghiberti a fianco di Donatello, autore tra 1440 e 1441 dell’altare delle statuine per il Duomo di Modena.
Il Compianto di Reggio Emilia risultato, secondo ultimi studi, dell’assemblaggio di gruppi diversi commissionati dall’antica confraternita reggiana che ancora oggi ne è proprietaria, appare oggi uno dei più problematici tra i molti conservati in Emilia,
a causa anche delle pessime condizioni conservative.
Le pesanti reintegrazioni e la grossolana ridipintura, già negativamente evidenziata da Adolfo Venturi agli inizi del Novecento, ne rendono infatti complessa una corretta lettura.
Tutte le fi gure, comunque, sembrano successive alla metà del secolo e opera di almeno due differenti plasticatori, il primo
– autore del San Giovanni e della Maria disposti ai piedi della croce –
cronologicamente prossimo agli esordi di Guido Mazzoni,
l’altro probabilmente da questi suggestionato.