sabato 27 marzo 2010

Le fotografie di Carlo Vannini in mostra al museo Diocesano















Stabat Mater

Il gruppo scultoreo di San Giovannino
in Reggio Emilia
nelle fotografie di Carlo Vannini

Inaugurazione: Domenica 28 marzo, ore 17.00

28 marzo / 31 maggio 2010
MUSEO DIOCESANO Via Vittorio Veneto, 8
Reggio Emilia

Ancora una volta Carlo Vannini (noto e apprezzato fotografo reggiano) entra nelle opere e dà loro (un’altra) vita; è il singhiozzo,
è l’urlo disperato, è il gemere cantilenante che viene dalle viscere; espressioni di un male per la perdita che spacca il cuore o,
se si vuole, trafigge l’anima, secondo la profezia di Simeone (Lc.2,35).
Le Marie “sterminatamente piangenti”, come è stato scritto nel XVI secolo per definire queste rappresentazioni, sono individuate
da Vannini in espressioni maggiormente dettagliate rispetto a ciò che può cogliere il nostro occhio; entriamo - e siamo esplicitamente invitati a farlo dal fotografo con l’enfatizzazione del buio -
nel momento del male. Le ombre, nei visi stravolti e nelle mani contorte, sono la traccia più efficace di questo male.
Il dolore d’insieme non è tuttavia quello della tragedia greca;
non c’è solo una scelta teatrale da sceneggiatore esperto;
non siamo investiti da un pianto manipolatorio ed infantile:
qui è la domanda di verità dell’umanità dolente che ci interroga.
Perché il dolore? Perché la morte? Perché il fallimento personale
o di gruppo? Perché l’errore? Perché il buio?

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ORARIO APERTURA
martedì - venerdì - sabato dalle 9,00 alle 12,30
sabato - domenica dalle 16,00 alle 19,00
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Il gruppo scultoreo di San Giovannino in Reggio Emilia.

Il Compianto era originariamente nella cappella del Sepolcro della chiesa cittadina di San Francesco e apparteneva alla Compagnia dei Battuti, costituitosi nel 1321.
A Reggio Emilia i confratelli erano noti per essere veri e propri registi delle cerimonie del Venerdì Santo, forse proprio a partire dalla data di fondazione della cappella contenente il Compianto (1480).
Nel 1807, a seguito delle soppressioni napoleoniche, la Confraternita è dispersa e il Compianto passa alla chiesa di San Giorgio pervenendo alla fine del XIX secolo nella attuale sede in S. Giovannino.
Il gruppo è costituito da sette statue poste attorno al Cristo morto, ma il tutto è anomalo: manca infatti la statua della Maddalena, mentre l’evangelista Giovanni vi compare due volte (analogamente, forse, all’immagine della Vergine).
L’atteggiamento patetico di Maria è evidenziato dalle braccia aperte e dal grido che le deforma il viso; allo stesso modo i due Giovanni presentano un sentimento di dolore molto caricato.
La statua del Cristo morto, acquistata alla metà del secolo scorso sul mercato antiquario, non è ovviamente coerente con l’insieme;
la scultura è stata recentemente ascritta a Michele di Nicolò di Dino detto “Michele da Firenze” (1403-1457 ca.), girovago plasticatore formatosi nella bottega del Ghiberti a fianco di Donatello, autore tra 1440 e 1441 dell’altare delle statuine per il Duomo di Modena.
Il Compianto di Reggio Emilia risultato, secondo ultimi studi, dell’assemblaggio di gruppi diversi commissionati dall’antica confraternita reggiana che ancora oggi ne è proprietaria, appare oggi uno dei più problematici tra i molti conservati in Emilia,
a causa anche delle pessime condizioni conservative.
Le pesanti reintegrazioni e la grossolana ridipintura, già negativamente evidenziata da Adolfo Venturi agli inizi del Novecento, ne rendono infatti complessa una corretta lettura.
Tutte le fi gure, comunque, sembrano successive alla metà del secolo e opera di almeno due differenti plasticatori, il primo
– autore del San Giovanni e della Maria disposti ai piedi della croce –
cronologicamente prossimo agli esordi di Guido Mazzoni,
l’altro probabilmente da questi suggestionato.

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