domenica 14 novembre 2010

Reperti di età romana a Pieve di Guastalla






















Riportiamo le considerazioni 
dello storico Daniele Daolio
nonchè Presidente 
dell'associazione L'Argine Maestro
su quanto sin qui emerso:


L’ultimo ritrovamento di laterizi di epoca romana a Guastalla è molto interessante sotto diversi aspetti. L’area dell’affioramento, compresa 
tra via Solarolo e via Pieve, è vitale per lo studio 
del delicato e localmente sconosciuto periodo 
di passaggio tra l’epoca romana e quella altomedievale e, tra l’altro, non è certo la sola 
ad essere indicabile come ad alta potenzialità 
dal punto di vista archeologico.
Infatti proprio su quel sito ho individuato, 
come pubblicato sul volume  Antiche terre 
del fiume Po, l’esistenza di un paleoalveo 
del Po, quindi un ramo antico del fiume. 
La datazione di questo alveo è complessa 
e mi aspetto proprio dai ritrovamenti elementi utili per questo fine.
La presenza di quel corso d’acqua potrebbe essere stato il motivo dell’esistenza di quella che sembra essere un’abitazione oppure potrebbe averne decretato la fine inondandola, coprendola di limo e salvando così il materiale fittile dai prelievi 
e riutilizzi di epoche successive.
In mancanza di altri dati non è possibile trarre alcuna conclusione.

A brevissima distanza dal luogo in cui si sta scavando, circa 100 metri o poco più, correva 
la via romana che collegava Regium Lepidi  
con Mantua e che sfruttava 
un attraversamento del Po obbligato coincidente proprio con l’area tra via Solarolo e via Pieve. Siamo quindi su un importante innesto tra la viabilità stradale e quella fluviale dell’antichità.
Difficile poterlo intuire oggi senza sondare 
il sottosuolo, ma si tratta di un luogo che, in un determinato periodo storico, vide svolgersi sui suoi terreni, sulle sue acque da secoli scomparse 
e sugli insediamenti una serie di attività 
che rappresentarono un momento importante 
per l’economia della zona e per il suo sviluppo. Possiamo dire che proprio in questo angolo 
di terra si videro i segni della fine dell’impero romano e l’inizio di quella che sarà la vita della comunità guastallese al tempo dei Longobardi, 
dei Franchi e, molto dopo, 
della stessa Matilde di Canossa.

A Guastalla i reperti di epoca romana si trovano generalmente attorno ai tre metri circa 
di profondità. Solo raramente ci possono essere escavazioni fino a tale livello nel sottosuolo: 
per questo i ritrovamenti sono rari. 
Uno scavo del genere ha messo in luce la presenza di un insediamento di cui non abbiamo ancora elementi per giudicarne ampiezza 
e caratteristiche ma che, collocato nel contesto 
dei ritrovamenti già avvenuti nell’ambito comunale e in quello degli studi che ho compiuto, conferma senza dubbio alcuno la capillarità 
della presenza romana su terre che fino a pochi 
anni fa si ritenevano non abitabili perché 
coperte da paludi. Il ritrovamento appena avvenuto è l’ennesima conferma che quell’assunto rappresenta un falso storico.


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