mercoledì 27 luglio 2011

A. A. A. CERCASI mecenate per l'organo Serassi del Duomo di Guastalla





Nel Duomo di Guastalla, l’organo Giuseppe Serassi necessita di una revisione. Arrigo Bonfanti, presidente del Comitato per il Restauro della Chiesa Concattedrale di San Pietro Apostolo in Guastalla
ha dichiarato nei giorni scorsi di essere alla ricerca 
di uno sponsor unico per la copertura finanziaria 
dei sessantacinquemila euro necessari a realizzare 
questa delicata e importante operazione.

Di seguito le note di Federico Lorenzani (presidente dell'Associazione Giuseppe Serassi) ci aiutano a conoscere il grande organo
del Duomo di Guastalla

considerato tra gli strumenti più importanti d'Italia.



La storia dell’organo del Duomo di Guastalla inizia alla fine del XVI secolo (il Duomo fu consacrato da San Carlo Borromeo nel 1575), al momento non si conosce l’artefice del primo strumento, dovette tuttavia essere un eccellente organaro, a giudicare dal consistente nucleo di canne sopravvissute attraverso i vari rifacimenti e restauri, ed ancor presenti nell’organo Serassi.
Nel 1726 Giuseppe Bonatti di Desenzano del Garda 
fu incaricato di trasportare lo strumento dalla posizione d’origine a mezza chiesa alla collocazione odierna, ovvero sopra la porta principale d’ingresso. In tale circostanza 
fu costruita la cassa in muratura, una delle uniche nel suo genere, il prospetto da ripartizione a tre campi fu portato 
a cinque, e fu realizzato da Giacomo Benedetti all’epoca collaboratore dei Bonatti. L’organaro bresciano mantenne il somiere rinascimentale di 16 piedi aggiungendovi alcuni registri di colore (Tromboncini, Cornetti), i Contrabbassi 
e Ottave, l’estensione della tastiera, con le spezzature 
dei cromatici,  era di 53 tasti da Do–1 a La 4.
La costruzione dell’organo Serassi, deliberata dal Capitolo nel 1790, si concluse soltanto il 24 agosto 1794 (citato nel catalogo Serassi come: Cattedrale: I cat.  n. 13 "Guastalla di Piedi 16 con 2 Tastiere"); la proposta di Giuseppe Serassi, dopo un sopralluogo, era quella di mantenere il materiale fonico antico “canne presenti che sono buone e perfette” (ad eccezione delle canne di facciata e delle ance) ampliando l’estensione della tastiera da 57 [L’organaro locale Giovanni Mellini modificò l’estensione nel 1780 e la portò a 57 tasti utilizzando 
i canali dei tasti spezzati del somiere a vento rinascimentale] a 62 tasti 
e aggiungendo una serie di registri di concerto tutt’oggi presenti.
Gli atti capitolari ci rivelano che il Capitolo, stanco di attendere, avesse deciso di rescindere il contratto e si fosse rivolto al duca di Parma, Piacenza e Guastalla, l’Infante Ferdinando di Borbone, per ottenerne l’effetto. Il ritardo fu causato principalmente dai numerosi impegni 
di Giuseppe Serassi, in particolar modo dalla costruzione dell’organo della Cappella ducale di San Liborio a Colorno (PR), commissionato dallo stesso duca, inoltre stava venendo meno l’opera dell’anziano padre Andrea Luigi.
Giuseppe Serassi cercò di mitigare la comprensibile irritazione del Capitolo offrendo “senza crescita di spesa” di realizzare l’organo con due tastiere con l’aggiunta dell’organo Eco, nel quale sottolineavala presenza del registro dei Cromorni [Le misure di questo caratteristico registro sono state utilizzate più volte per la ricostruzione di Cromorni nei restauri di altri strumenti] di stagno qualificati come “canne a lingua di ultima mia e di delicata invenzione” inoltre sottolineava 
la fattura delle canne “fatte dalle sue mani”.
Altra peculiarità è il somiere maestro vento (24 pettini), ultimo costruito dai Serassi secondo la tradizione rinascimentale padana, con la caratteristica del canale ricoperto da un’unica striscia di pelle perforata dalle punte dei ventilabrini, a sua volta protetta da un listello di legno dotato di piccole feritoie rettangolari in corrispondenza delle punte stesse, mentre a Colorno sarà costruito per 
la prima volta il somiere a vento a borsini [È lo stesso Giuseppe Serassi che lo rivela. Cfr. G. Serassi, Sugli Organi – Lettere, Bergamo 1816, Stamperia Natali, p. 57]

Il somiere maestro fu costruito su misura per essere inserito nella cassa preesistente e mantenere la facciata 
a cinque campi.  Altra caratteristica originale, unica dei Serassi attualmente esistente insieme all’organo di Colorno, è l’accoppiamento delle tastiere a cassetto.
L’Organo Eco, offerto dai Serassi, è collocato in basso 
alla sinistra della tastiera, è dotato di somiere a tiro 
con 13 stecche e quattro registri ad ancia.
L’organo fu restaurato nel 1826 da Carlo Serassi mentre nel 1855 Cesare Zoboli di Modena apportò l’unica modifica significativa dello strumento: aggiunse un somiere a mo’ di Brustwerk con relativa griglia 
per l’espressione nel quale inserì il registro di Tromba (trasportato dal somiere maestro) e la Cornamusa, mentre sul somiere maestro collocò il Corno Inglese.
Lo strumento fu restaurato con grande perizia nel 1979 dalla Ditta Mascioni di Cuvio (VA) sotto la direzione 
di Luigi Ferdinando Tagliavini e dal compianto Oscar Mischiati.
Lo strumento è di straordinario interesse storico-artistico, sia per l’antichità, sia per le dimensioni e caratteristiche sonore. Inoltre dopo oltre due secoli dalla propria costruzione ci è pervenuto in condizioni eccezionali 
per quanto riguarda l’autenticità storica ed integrità 
dei materiali.
L’eccezionale acustica del Duomo a navata unica, 
unita alla posizione dello strumento sul portale d’ingresso (collocazione ideale per gli organi negli edifici di culto), mette in evidenza ogni registro di questo nobile strumento; la dolcezza inconsueta dei Principali 
e della Voce umana, i caratteristici Flauti dal sapore rinascimentale, la particolare purezza cristallina 
del Ripieno, i potenti Contrabassi.
I Serassi di Bergamo costituiscono una dinastia di organari tra i più celebri d’Italia e d’Europa, con un’attività che abbraccia quasi due secoli tra gli inizi del XVIII 
e gli ultimi del XIX.


In apertura:
il Serassi del Duomo in una magnifica foto di Fausto Franzosi



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