sabato 20 agosto 2011

Domenica nella Bassa con le tradizioni: "Amarcord"


Sarà una giornata molto speciale quella di domenica 28 agosto a Guastalla, tutta dedicata a: Amarcord al Tusòn e i Barcareul
Rievocare un antico mestiere di questa terra di pianura ed esaltare i prodotti straordinari derivati dalla fatica dell'uomo sarà il filo conduttore 
di questa ennesima edizione, costellata da una miriade di interessantissime iniziative disseminate per le vie, le piazze, i luoghi del centro storico 
di Guastalla... e non solo.



Glossario essenziale 

dei termini dialettali utilizzati:

Tusòn: Tosone. Sottile striscia di pasta di formaggio 
di gusto delicato e consistenza leggermente elastica. 
Si otteneva dalla rifilatura dei bordi delle forme di grana fresche. Questa operazione non è più praticata.

Barcareul: Barcaiolo.

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N.B.
Lungi dall'intenzione di creare alcuna polemica,
per puro spirito di ricerca informiamo che la consultazione
del Vocabolario del Dialetto Guastallese, opera di Luigi Pietri, contempla solo il termine Barcaröl per Barcaiolo
e Tusèl (Tosello) in luogo di Tusòn.
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Il Barcareul (il Barcaiolo)



















Al Po al dà e al Po al tòs  
(Il Po dà e il Po prende)


Il proverbio raccoglie l’esperienza di vita di generazioni di uomini che, giorno dopo giorno, hanno passato la loro esistenza traendo dal fiume tutto quando esso poteva offrire, per sè, per i propri familiari, per la comunità. In mezzo agli uomini del fiume la figura di maggior spicco è stato ed è il barcaiolo. Non si può immaginare 
un uomo che vive sul fiume senza la barca, specialmente quando questa diventa la fonte di lavoro, per vivere e sopravvivere. Il “barcareul” era un lavoro faticoso, povero, perchè 
non portava lauti guadagni, ma era libero, indipendente. I barcaioli risalivano la corrente e trainavano la barca con la cima a tracolla, a pochi passi dalla riva, o camminando curvi, in silenzio, lungo la via alzaia o su lingue di sabbia rovente oppure immersi, sino a metà gamba, nelle acque delle lanche. Nel contempo un marinaio sulla barca provvedeva con i remi, a mantenere 
la corretta linea di rotta. Il mestiere del barcaiolo copriva molteplici interessi: traghettare le persone e le loro merci dalle due sponde del fiume; calare e posizionare le nasse per la pesca; raccogliere la legna trasportata dalle acque del fiume; provvedere al trasporto di materiali aridi come ghiaia per la costruzione, argille
per le fornaci di mattoni, di fascine per i focolari. Ora la tradizione si è interrotta, scomparsa. 
Nei ricordi di questa vita passata del mestiere 
di barcaiolo, rimangono le figure e i personaggi 
più caratteristici del nostro territorio, che hanno lasciato un alone di favola e di mistero, come il volto rugoso del “Purtinèr“ detto “Busia” l’ultimo traghettatore. Resteranno nella memoria anche tanti altri che hanno vissuto la loro vita sul grande fiume: Pietro Cavalletti detto “Petrùs”, “Sfandòn”, “Timièlo”, “Galèl”, “Bagèn”,  
“al Dedi”, e la fila indefinita dei tanti traghettatori di ogni tempo ed età.


Per conoscere in modo dettagliato l'intero programma della giornata scaricate il file (pdf). Per tenere alto il morale, il consiglio è 
di non perdersi in Piazza Mazzini lo spettacolo IESUICHEN, ImproCabaret con Mario Incerti 
e Andrea Zanni. Musiche e suoni dal vivo 
di Omar Rizzi.





Buon divertimento!


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